Deus Ex: Il Futuro è Adesso?

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Oggi esce Deus ex: Mankind Divided, un videogioco dai toni cyberpunk che racconta di un mondo nel prossimo futuro dove l’umanità si troverà a fronteggiare un enorme abisso culturale tra le persone naturale e quelle aumentate.

Non voglio oggi entrare nei dettagli della trama, o discutere della qualità di questo nuovo gioco, ma voglio ragionare di alcuni elementi che sono stati utilizzati nel marketing di questo videogioco.

Eidos Montreal ha creato una campagna pubblicitaria molto particolare per questo titolo misciando alcuni elementi della nostra attuale realtà alla sua storia di fantascienza in un futuro prossimo: l’elemento più interessante è stata una conferenza sul tema delle potenzialità e delle sfide che le attuali tecnologie cibernetiche, biogenetiche, e generalmente tecnologiche pongono nel nostro reale mondo contemporaneo. Incredibilmente questa conferenza sponsorizzata da un videogioco è uno dei pochi momenti in cui alcuni sperimentatori, ma anche alcuni professori di etica si son potuti fermare per qualche ora a riflettere di come la tecnologia sta rapidamente cambiando il contesto in cui viviamo, fino al punto in cui la cibernetica, e l’aumento del potenziale umano non è confinato nelle storie di fantascienza.

Da un lato è sempre stato così: persino gli antichi graci fantasticavano di uomini in grado di volare o in altro modo di sfidare gli dei (e questi finivano regolarmente malissimo) ma nel mondo attuale un paio di occhiali rischiano di diventare comuni come un esoscheletro. Se ci pensiamo nessuno 20 anni fa avrebbe pensato essere normale l’idea di essere costantemente collegati ad internet, e di avere un computer in tasca: oggi abbiamo (quasi) tutti uno smartphone che ci collega alla rete mondiale, e ci sono, come dicevamo ieri, più telefonini che toilette, e questa rivoluzione è avvenuta in modo organico senza alcuna reale presa di coscienza.

Sono abbastanza convinto che i prossimi 10 anni saranno tecnologicamente altrettanto rivoluzionari – se non di più – rispetto ai 10 anni appena passati (e ricordatevi che non sono ancora passati 10 anni dalla presentazione del primo iPhone) e che tra le rivoluzioni dei prossimi 10 anni molte saranno ancora più intime di quello che è stato il telefonino.

Per questo penso sia utile sedersi e riflettere di come il futuro dei racconti degli anni ’80 si stia realizzando in modo naturale e senza troppa trama.

Potete vedere qui la conferenza per intero

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