Il Successo dei Chatter Bot

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Fin dalla sua presentazione Siri è una accattivante feature per uno smartphone, ma che al di la di una primo curioso utilizzo rimane rapidamente dimenticato. Allo stesso modo anche l’uso degli altri sistemi di controllo vocale come Cortana, Ok Google, o Amazon Echo stanno avendo un successo abbastanza limitato al di la del valore dei gadget curiosi.

L’univa vera applicazione per il controllo vocale è quando si hanno le mani occupate, ovvero ad esempio quando si sta guidando: in casa può avere un senso, ma quanti di noi parlano con il proprio televisore al posto di usare semplicemente il telecomando?

C’è un indubbio elemento di “stranezza” nell’usare la propria voce per comandare le macchine, e per quanto i film di fantascienza ci abbiano convinto di quanto questo dovrebbe essere il futuro ora che la tecnologia ci ha raggiunto (ovvero ora dagli anni ’90 con i sistemi di controllo vocale IBM) questa tecnologia viene sempre più spesso inclusa e sempre meno utilizzata.

Nel frattempo una buona fetta delle nostre relazioni interpersonali è stata delegata alla parola scritta (e alle emoji): una volta ci si telefonava, e lettere e cartoline venivano utilizzate molto di rado per comunicazioni poco urgenti, poi l’email hanno accelerato la velocità di comunicazione mantenendo comunque l’elemento di asincronismo, quindi gli SMS e per finire gli Instant Messenger su cellulare hanno completamente modificato il nostro modo di comunicare a distanza (spesso anche a distanza limitata).

Oramai è normale tenere aperte diverse discussioni testuali con i nostri amici singoli o in gruppo attraverso le applicazioni sul cellulare, ed è anche normale sentirsi di più per iscritto che via voce.

Quindi le tecnologie del controllo vocale ci permettono di parlare con le macchine, quando noi siamo abituati a scrivere agli umani. Per questa ragione il passo successivo è che le macchine comincino a comunicare con noi per iscritto.

Le interfacce grafiche sono considerate un balzo in avanti rispetto alla riga di comando perché sono più semplici da utilizzare, ma mente sono molto valide per fornirci informazioni non sono altrettanto efficaci quando si tratta di ricevere comandi. Una interfaccia a riga di comando è molto più espressiva di qualunque interfaccia grafica, ma il problema è che il linguaggio con la quale ci si interagisce è veramente poco naturale.

L’evoluzione sarà quindi un ritorno ad una riga di comando in grado di comprendere il nostro linguaggio naturale: non abbiamo bisogno di una intelligenza artificiale in grado di passare il test di Turing, e non abbiamo neanche bisogno di un Siri che risponda alle nostre domande sul senso della vita. Abbiamo invece bisogno di un sistema in grado di capire le nostri frasi scritte tipo “prenota un tavolo per due persone domani sera alle 21:00 una pizzeria vicino all’ufficio, e aggiungi un impegno di un’ora con l’indirizzo della pizzeria questo mio amico” e lasciare che il sistema si occupi da solo di tutto attraverso servizi come Open Table e Google Calendar.

Non siamo assolutamente distanti da questa realtà e già oggi tutti gli sviluppatori di Instant Messenger stanno lavorando per l’inclusione di queste interfacce: per ora i tentativi sperimentali non sono ancora arrivati ad un vero sistema condiviso, però è solo una questione di tempo.

Il futuro potrebbe essere una nuova riga di comando.

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