Questo Venerdì faccio una piccola digressione dai consueti articoli basati su Rise of Flight per darti una mia opinione su Battlefield 1.
Battlefield 1 è il nuovo capitolo della serie Battlefield ambientato questa volta nella prima guerra mondiale. Battlefield è un FPS prevalentemente multiplayer, ma con anche una campagna single player abbastanza estesa.
Cosa vuol dire ambientato nella prima guerra mondiale? Nel caso di Battlefield l’ambientazione è una semplice spolverata estetica, una mano di vernice sulle vecchie meccaniche consolidate che vanno bene per la seconda guerra mondiale o per i conflitti contemporanei. Quindi tutti i soldati hanno armi automatiche, si combatte prevalentemente in campo aperto, gli aerei lanciano i razzi (si, anche nella realtà poteva capitare che gli aerei lanciassero dei razzi, ma solo quando dovevano abbattere i palloni di osservazione, quindi son fuori luogo per attaccare altri aerei o peggio il suolo), i carri armati sono veloci (nella realtà un uomo di corsa era più veloce di quasi tutti i carri armati), e poi corazze e altre diavolerie.
Battlefield 1 ha fatto un lavoro puntiglioso nell’andare a cercare giustificazioni per riadattare le stesse meccaniche di sempre al contesto della prima guerra mondiale: è vero che esistevano razzi, che verso la fine c’erano un po’ di armi automatiche, fucili a pompa, e simili ma la guerra non era quella cosa li. Non era uguale alla seconda guerra mondiale e sicuramente non era uguale alla versione di battlefield della seconda guerra mondiale. Gli aerei e i palloni di osservazioni se ne stavano in alto lontani dalle trincee, le trincee erano assaltate o difese e non ci si incontrava quasi mai in campo aperto, l’artiglieria era quasi costante e devastante, i dirigibili non avevano un ruolo tattico, ma strategico andando a bombardare Londra e non le trincee.
Per quanto si voglia essere verosimili, quando si disegna un videogioco ambientato in un contesto storico bisogna partire dalla ambientazione e creare le meccaniche, e non partire dalle meccaniche e piegare la storia ad esse.
Non è impossibile creare un FPS con meccaniche da prima guerra mondiale: Verdun fa un ottimo lavoro in tal senso. Naturalmente non si richiede che i videogiochi riproducano fedelmente un contesto, perché appunto tutti i videogiochi sono e restano prima di tutto giochi, ma ci sono diversi gradi di verosimiglianza con cui si può raccontare una storia.
Per questo non posso che condividere le critiche che gli alpini hanno fatto (forse a priori) a questo gioco