Mese: Dicembre 2016
Le Sale Giochi
Foto di ali sinan köksal
Prima dei Personal Computer, prima delle Console i videogiochi si trovavano solo nelle macchine a gettone al bar. Durante gli anni ’70 i videogiochi cominciarono prima ad affiancare e poi a sostituire i flipper: anche queste macchine come i flipper funzionavano con delle monete. In quegli anni oltre ai semplici bar nascerono dei posti esclusivamente dedicati ai videogiochi, ovvero le sale giochi.
Tipicamente in una sala giochi potevi trovare diversi tipi di cabinato, inclusi quelli con le pistole, quelli con il volante, e i classici joystick e bottoni. Solitamente in una sala giochi si trovava anche un Juke Box e qualche flipper; in molti casi anche un tavolo da Air Hokey, e qualche volta anche giochi più particolari come intere piste di macchinine.
Le sale giochi solitamente si trovavano nei luoghi di vacanza, o erano uno dei carrozzoni che si portavano dietro i giostrai itineranti, ma ricordo che durante gli anni ’80 aveva aperto una sala giochi anche nel mio paese.
In quel periodo i giochi disponibili per le console casalinghe come il Sega Master System, o il Nintendo Entertainment System (comunemente solo Nintendo), o il Commodore 64 non erano paragonabili come definizione grafica, suoni, o in generale divertimento rispetto a quelli che erano i giochi che si potevano trovare in sala giochi, ed è per questo che in quegli anni questo tipo di attività aveva parecchio successo.
Con il passare del tempo le console casalinghe sono migliorate, e il PC ha molto spesso superato il livello di definizione raggiungibile dalle macchine da bar, e per questo via via le sale giochi hanno chiuso: oggi quello che rimane – solitamente nei bowling – sono solo giochi molto specifici come Dance Dance Revolution, o altri cabinati complessi che simulano ad esempio una moto, ma i giochi tradizionali non hanno più spazio e sono stati sostituiti il più delle volte dai videopoker.
Le sale giochi sono stati un punto centrale della vita dei bimbi degli anni ’80 e quel tipo di socialità legata ai giochi a gettone che ha decretato il successo di interi generi di videogiochi come i cloni di Street Fighter non è stato sostituito.
Come Rendere Divertente la Meccanica di Esplorazione
No Man’s Sky voleva essere un gioco di esplorazione, ma “esplorazione” non è puramente un genere di gioco, ma più che altro una caratteristica legata alle dimensioni enormi della mappa dove è ambientato il gioco. Ecco tre elementi che possono rendere divertente la meccanica di esplorazioni.
Disegnato a Mano
Pensando a Euro Truck Simulator, oppure ad OMSI, o a Train Simulator, ma anche a Skyrim, o Grand Theft Auto, l’elemento che rende divertente girovagare senza meta in queste mappe è che ogni dettaglio è stato disegnato da qualcuno, o con l’intento di riprodurre il mondo reale oppure con l’intento di creare uno spazio fantastico coerente che racconti una storia. Sto giocando in questi giorni a Bioshock: seppure si tratti di uno shooter abbastanza lineare il dettaglio della città Rapture è talmente curato da permettere al giocatore di perdersi esplorando ogni singolo dettaglio.
Con regole complesse
Traffico, eventi atmosferici, congiunzioni planetarie, maree, vita animale dinamica e credibile: tutti questi elementi possono essere usati per popolare un universo – anche generato proceduralmente – dando una variabilità sufficiente a mantenere il giocatore interessato a lungo.
La difficoltà dell’esploratore
Colombo, Magellano, Lindberg, Armstrong hanno tutti superato i limiti umani nel cercare di esplorare il mondo, l’universo, o aprire nuove rotte. Se un gioco riesce a darmi questo senso di rischio, e di primato il mondo di gioco può anche perdere di dettaglio ma rimarrò comunque interessato a “batterlo”. In particolare penso a Kerbal Space Program: tutto il gioco è incentrato su un sistema solare di pianeti abbastanza semplici, senza neppure alberi, animali, fiumi o altro, ma il divertimento è la difficoltà estrema del creare un razzo per andare per la prima volta sulla luna e tornare indietro. Anche se lo scenario non è un gran che Kerbal è uno dei migliori simulatori di esplorazione che esista.
Hunger Wonka
Un gruppo di ragazzini estratti a sorte si ritrova in uno strano luogo pieno di trappole letali e vengono eliminati uno a uno fino a quando l’unico sopravvissuto vince l’ambito premio.
Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato nella sua edizione originale del ’71 è un cruento e lisergico gioco al massacro spacciato come film per bambini con morale contro i marmocchi monelli maleducati; il personaggio interpretato da Gene Wilder odia apertamente sia i bimbi che i loro parenti non in grado di impartire la benché minima educazione a questi terribili discoli.
Il film arriva ad avere tratti psichedelici che mai e poi mai potrebbero essere pareggiati nelle produzioni PG14 contemporanee, in particolare l’insensata scena del tunnel
Willy Wonka e la Fabbrica del Cioccolato è un grande film di Natale.
Ve lo ricordate con il doppiaggio originale di Oreste Lionello, e le canzoni in Italiano?
Film che Hollywood non Deve Toccare
Ho visto il teaser del sequel di Blade Runner.
Blade Runner è il film che ha definito da solo l’estetica del genere Cyberpunk, è uno di quei rari pezzi di storia cinematografica che hanno fatto da spartiacque nella fantascienza portando per la prima volta sul grande schermo uno stile e una visione che hanno ispirato innumerevoli film creati in tutto il mondo, da Matrix, a Ghost in The Shell, a Nirvana.
Blade Runner nasce quasi esclusivamente dalla visione di Ridley Scott quando ancora poteva lavorare da solo, essere meticoloso e perfezionista nelle scenografie, e andare fuori tempo e fuori budget in maniera incredibile per raggiungere i suoi obiettivi.
La produzione di Blade Runner è stata però una serie di continui compromessi con la realtà di quello che era possibile fare con gli effetti visivi dei primi anni ’80, e in particolare il documentario sulla realizzazione spiega bene quanto alcune scelte iconiche come la notte costante, o il fumo opprimente abbiano in realtà alcuni motivi pratici, così come l’enigmatica scena del volo della colomba nel cielo azzurro, o i titoli di coda completamente scollegati (entrambi rimossi nelle versioni successive del film).
Ridley Scott ha già messo mano più volte al suo capolavoro fornendoci più versioni: in inglese la versione originale era rovinata dalla scarsa interpretazione come voce fuori campo di Harrison Ford, e per questa ragione nelle edizioni successive è stata immediatamente rimossa; in italiano con l’impeccabile voce di Michele Gammino la voce fuoricampo di Deckard diventa apprezzabile, e di fatti io preferisco la prima versione cinematografica Italiana e l’ultima riedizione per la lingua originale.
Per tutte queste ragioni Hollywood non dovrebbe tornare a raccontarci come prosegue la storia di Blade Runner 30 anni dopo, perché oggi quel tipo di estetica può essere solo copiato, o al limite scimmiottato, e anche perché il futuro distopico degli anni ’80 è completamente diverso dal futuro distopico del 2016 e quindi vedere il mondo di Blade Runner con auto volanti, androidi, ma senza cellulari (anche se temo che i cellulari ci saranno) sarebbe parecchio tirato.
Hollywood deve pensare a fare un nuovo capolavoro come Blade Runner, e lasciare il passato nel passato.