La fotografia e la Realtà


Ogni volta che vedo una fotografia di una realtà straziante non posso fare a meno di ricordarmi che dall’altra parte della foto c’è un fotografo, e che la presenza di questo fotografo altera la realtà.

Come ha fatto il fotografo ad arrivare in quella situazione? Il fotografo è in reale pericolo? Il fotografo sta soffrendo allo stesso modo del soggetto fotografato? Il fotografo è integrato in quello che sta vedendo oppure è un turista in una riserva indiana?

Quanto quella foto è stata preparata? Quanto il giudizio del fotografo, e le sue idee, sono andate nella scelta dell’inquadratura? Quali aspetti della realtà il fotografo ci sta nascondendo?

Nel nostro mondo basato sull’immagine è proprio vero che una foto può valere più di mille parole, ma dobbiamo sempre ricordare che le foto non sono la realtà, ma sono un punto di vista parziale sulla realtà, e sono oneste solo quanto è stato onesto il fotografo che le ha fatte.

Questo naturalmente solo restando nell’ambito della pura foto e senza inserire anche quello che il fotoritocco può fare su una foto, stravolgendo il messaggio, o creando situazioni completamente inverosimili, ma che vengono considerate la realtà.

Una foto da sola non è la prova di nulla: una foto può essere utile a costruire una storia, ma questa storia deve essere comprovata da altre esperienze e soprattutto da numeri verificabili. Per questa ragione è sempre necessario andare a ricercare la storia dietro ad una fotografia.

Twitch venderà i giochi

Da quando Twitch, la popolare piattaforma di streaming dedicata ai videogiochi, è stata acquisita da Amazon ci si aspettava che prima o poi avrebbe cominciato a vendere videogiochi.

L’annuncio è arrivato: per ora ne sappiamo poco. Si parla di una percentuale che andrà agli streamer qual’ora qualcuno acquisti il gioco mentre sta guardando una diretta; si parla di una integrazione con le piattaforme di vendita dei distributori pre-esistenti, ovvero Uplay, e potenzialmente Origin; si parla anche di una nuova piattaforma di Twitch/Amazon, e non si parla di una possibile integrazione con Steam.

Almeno inizialmente quindi il tipo di prodotti venduti sembra essere limitato solo ai titoli AAA delle grosse corporation, ma è facile immaginare che se l’esperimento avrà successo anche i titoli Indie – che hanno gran parte della loro visibilità proprio attraverso Twitch – entreranno nel catalogo.

Twitch riuscirà a creare una alternativa a Steam? Difficile da dire. Certamente Twitch è in questo momento uno dei migliori canali pubblicitari possibili per un videogioco (insieme probabilmente a youtube) perché attraverso questi canali è possibile vedere il gameplay, e nel caso di Twitch lo si vede proprio in diretta con tutti i possibili difetti che possono emergere.

Steam in questo momento parte da una posizione dominante del mercato, e il suo Steam Workshop è così integrato in alcuni titoli da essere insostituibile. Tutti quei titoli dove i mod sono vitali per l’esperienza (Cities:skyline, RimWorld, Planet Coaster) difficilmente riusciranno a vendere al di fuori di Steam.

Twitch però potrebbe avere una carta da giocare: l’integrazione dei giochi con il canale. Già diversi giochi hanno inserito sistemi di integrazione con Twitch che permettono al pubblico di influire sulla partita che stanno vedendo in diretta. Questo tipo di integrazione però non vende molte copie, perché appunto è dedicato solo agli streamers, ma se Twitch fosse in grado di inventare una integrazione basata sul suo canale simile ad una reale forma di multiplayer – per la quale sia necessario avere una copia del gioco – allora probabilmente potrebbero nascere titoli integrati verticalmente sulla piattaforma di Twitch con qualche possibilità di successo di vendita.

Naturalmente per il momento queste sono solo speculazioni, e quindi staremo a vedere quello che succederà nei prossimi mesi.

La La Land: Cosa ne Penso


Ho visto per ben due volte La La Land: l’ho trovato un film gradevole, tecnicamente ben fatto, ma non particolarmente memorabile o degno di nota.

La La Land è un musical con numeri di ballo e canto ambientato nel presente ma saldamente legato alla nostalgia degli anni d’oro di Hollywood: per molti versi può ricordare operazioni simili come Ave Cesare o Café Society.

La storia d’amore tra una barista che vuole diventare attrice, e un pianista che vuole aprire un locale jazz arriverà ad affrontare i classici temi della scelta tra l’amore e la propria passione e realizzazione personale.

Il film è una cartolina di Los Angeles e nelle varie scene mostra vari luoghi iconici di quella città, come l’osservatorio Griffith.

Tecnicamente fin dalla prima scena il film utilizza lunghi pianisequenza, alternati a montaggi per descrivere il trascorrere del tempo (la vicenda principale si svolge in 4 atti che seguono le stagioni di un anno). Nonostante i colori molto luminosi dei vestiti ho trovato molte scene parecchio buie per i miei gusti, e a mio parere un po’ meno contrasto e un po’ più di luce non avrebbero guastato.

Il finale, seppure molto bello tecnicamente, non mi ha convinto a pieno. questo difetto sul finale lo avevo notato anche in un altro film dello stesso autore: 10 Cloverfield Lane.

La La Land è una prova dell’estrema versatilità dell’autore e regista Damien Chazelle che spero possa dimostrarsi a pieno nel prossimo film dedicato a Neil Armstrong.

7 Nuovi pianeti


La NASA ha annunciato di aver scoperto nuovi pianeti nel sistema Trappist 1, e soprattutto che 3 di questi sarebbero all’interno della cosiddetta “zona abitabile” ovvero non troppo vicini ne troppo lontani dalla propria stella.

Si tratta della prima occasione in cui si trovano tre pianeti nella zona abitabile al di fuori del sistema solare (che ha 3 pianeti nella zona abitabile: Venere, Marte e naturalmente la Terra). Questa scoperta può aiutarci ad avere una idea più accurata di come sia fatto un “normale sistema solare” e naturalmente permetterci nello studiando altri casi di determinare quali siano le caratteristiche che hanno effettivamente permesso l’origine e lo sviluppo della vita sulla terra.

L’osservazione di pianeti così lontani è naturalmente molto complessa, e molti dubbi rimangono irrisolti. Per comunicare al pubblico questi possibili scenari la NASA deve ricorrere alla fantasia come nel caso dell’immagine qua sopra: si tratta naturalmente di una idea completamente campata per aria, ma con alcuni elementi di verosimiglianza, in particolare la distanza dei pianeti e la luce della stella.

Se sei interessato ad esplorare la galassia visitando pianeti puramente ipotetici, o realmente scoperti ma riprodotti in modo fantasioso allora ti consiglio di installare il planetario gratuito Space Engine, dove tra le altre cose puoi già vedere i tre pianeti del sistema Trappist 1 che erano stati scoperti in precedenza.

La Realtà Supera la Parodia

Nel cartone animato degli anni ’90 Daria c’era una trasmissione televisiva vista tutti i giorni dai protagonisti: Questo Triste Mondo malato.

In realtà la trasmissione non era mai mostrata, ma venivano mostrati i promo di questo tipo

Erano gli anni ’90 americani, e Questo Triste Mondo Malato prendeva in giro il nascente genere dei Reality Show. In quegli anni i documentari erano ancora prevalentemente documentari, e History Channel non era ancora diventa una rete concentrata su UFO, aste, e ridicoli quanto campati per aria retroscena sul Nazismo.

Negli ultimi 15 anni la produzione televisiva dei canali “documentaristici” ha colmato la distanza che c’era tra i primi Reality Show, e la parodia fatta da Daria, e quindi accendendo oggi un canale a caso tra DMax, Realtime, o Focus è facile imbattersi in versioni “serie” di Questo triste mondo malato.

Il fenomeno della spettacolarizzazione finto documentaristica della realtà è sempre stato presente più o meno da quando ci sono i documentari: in Nanook of the North, documentario sugli esquimesi girato nel 1922, ci sono almeno 3 scene completamente create, di cui una con un copione; nel cinema italiano abbiamo avuto il genere Mondo che erano dei documentari quasi completamente finti.

L’attuale RealTV è ancora più estrema e costante dei vecchi documentari Mondo, e sembra voler continuare a costruire sul ridicolo ancora per un po: a questo punto penso ci toccherà rifugiarsi nella Slow TV.