Lo stato dell’Infrastruttura Americana


Qualche settimana fa avevamo visto che i ponti in america non sono messi particolarmente bene. Qualche giorno fa è uscito il rapporto quadriennale sullo stato dell’infrastruttura americana.

Il voto è ancora stabile su D+ e in generale negli 8 anni di presidenza Obama il voto si è spostato da D a D+.

Rispetto a 4 anni fa ci son stati considerevoli miglioramenti nelle ferrovie ma ci son stati altrettanti peggioramenti nello smaltimento dei rifiuti solidi.

Le ferrovie sono al momento considerate l’infrastruttura più adeguata negli Stati Uniti con un voto che arriva addirittura alla B.

Ma le ferrovie americane non sono come quelle italiane o europee, ovvero una infrastruttura strategica per la mobilità delle persone tra le città dove l’alta velocità può competere con i tempi totali dei voli aerei (considerando l’intero tragitto centro città a centro città). In USA le ferrovie son prevalentemente concepite per il trasporto merci: pochi tratti sono elettrificati, e le locomotrici sono tipicamente diesel elettriche in grado di trasportare per lunghissime distanze convogli molto lunghi di container, magari impilati a due a due. Dal punto di vista del trasporto delle persone l’unica vera infrastruttura ferroviaria importante è il North East Corridor che collega Washington a Boston passando per Baltimora, Philadelphia, e New York.

Si tratta di 700 km di tratta elettrificata dove possono correre anche i treni elettrici ad alta velocità, dove però per “alta velocità” si intende 240 km/h, molto più bassa delle nostre tratte ad alta velocità che son strutturate per i 300km/h. Solo per il NEC son previsti piani di ammodernamento da qui al 2040 per 151 miliardi.

Le eccellenze infrastrutturali degli Stati Uniti insomma non son poi così eccellenti se paragonate a quello che abbiamo abbastanza comunemente in europa (Francia, Italia, e Germania): dove son carenti invece le lacune son veramente gravi.

Rispetto a quanto previsto per le spese mancano circa duemila miliardi di investimenti, dove il capitolo più carente son proprio i trasporti di superficie (strade, ponti, trasporto pubblico su gomma).

La situazione infrastrutturale americana quindi è tutt’altro che rosea, ma il tema non è sufficientemente “sexy” perché i politici se ne occupino seriamente.

Il tabù delle costruzioni verticali e Milano


Questo articolo è ispirato dalla questione dello stadio della Roma, e in particolare sulle torri sì, torri no. Non voglio discutere dei pregi e dei difetti delle costruzioni verticali rispetto a quelle orizzontali, e non voglio neanche troppo ragionare di quante cubature Roma abbia bisogno. Voglio concentrarmi proprio sull’aspetto della città verticale e sul tabù dell’altezza.

La giunta Raggi non vuole costruire nulla di più alto della cupola di San Pietro rispettando una regola che non è scritta da nessuna parte: ci sono diverse leggende metropolitane che vogliono la regola di non costruire nulla più alto di… continua a leggere

Diventa un archeologo con il satellite

Le immagini satellitari stanno diventando alla portata di tutti: dall’agricoltura, al controllo ambientale, all’urbanistica sempre più settori fanno affidamento alle immagini scattate quotidianamente da un satellite.

Anche in archeologia le immagini satellitari sono molto importanti: guardando dallo spazio infatti è possibile cercare conformazioni particolari del terreno che potrebbero rivelare delle rovine sepolte. Ma c’è un’altra funzione fondamentale che si può eseguire da satellite: il contrasto ai predatori di tombe che quotidianamente sottraggono al patrimonio pubblico migliaia di reperti.

Tramite satellite è possibile vedere se in corrispondenza ad un sito ci siano delle buche sospette, e nel caso intervenire.

Guardare però chilometri e chilometri di territorio alla ricerca di piccole buche è un lavoro enorme: per questa ragione gli archeologi hanno deciso di affidarsi al pubblico.

Tramite il sito globalxplorer.org puoi dedicarti – senza lasciare la tua comoda poltrona – a visitare dallo spazio diverse zone del pianeta ricercando le buche lasciate dai tombaroli. Il sistema è molto semplice: dopo un breve videotutorial ci viene presentata una foto scelta a caso tra le zone da controllare, e ci viene chiesto se vediamo o meno delle buche. Rispondendo si passa alla foto successiva, e così via fino a quando si ha voglia.

Naturalmente non ci si aspetta che una persona qualunque dopo aver visto un breve video sia in grado di essere al affidabile nel distinguere una buca da una roccia o da un cespuglio, ma si spera che mostrando la stessa immagine a più persone il risultato finale possa essere una lista gestibile da parte degli esperti di posti da verificare.

Al momento e per i prossimi 30 giorni il sito si sta concentrando sul Perù, una nazione ricca di reperti e decisamente vasta per essere controllata.

Verificare le foto via satellite può rivelarsi un passatempo divertente, e certamente utile per l’archeologia.

Sette Mesi di No Man’s Sky


Al settimo mese siamo arrivati al secondo aggiornamento sostanziale per No Man’s Sky: il Pathfinder Update.

Prima però le consuete statistiche: secondo Steam Spy sono 818k le copie vendute, quindi anche considerando l’attuale prezzo di saldo non sembrano esserci sostanziali variazioni. L’update ha fatto tornare a questo titolo il 10.27% dei giocatori, che hanno riacceso il titolo nel weekend appena trascorso: per il Foundation Update era tornato il 24% dei giocatori, quindi vediamo se nelle prossime 2 settimane questa percentuale continuerà a salire. Complessivamente il 64% delle recensioni su steam è negativo, mentre solo il 47% delle recensioni negli ultimi 30 giorni (1.517 in tutto) è negativo: piano piano l’odio viscerale che questo gioco ha causato negli utenti Steam si sta calmando e le recensioni cominciano a migliorare.

Come previsto nei mesi scorsi la parte fondamentale di questo aggiornamento sono i veicoli: 3 tipi di veicolo, che per qualche ragioni vengono pilotati con la visuale in terza persona, ma non è ancora possibile vedere il personaggio. Oltre ai veicoli abbiamo un sostanziale miglioramento del comparto grafico; la possibilità di condividere attraverso Steam le basi che abbiamo creato; la possibilità di creare tracciati sui pianeti dove correre e sfidare i propri amici in gare a tempo (non multiplayer nel senso stretto, ma è già qualcosa); la possibilità di avere più navicelle spaziali specializzate per tipi di missione diversi; miglioramenti nella costruzione delle basi e nel mercato; nuove canzoni nella colonna sonora (già la parte migliore del gioco).

La mia impressione è che gli sviluppatori non abbiano ancora trovato la loro strada e stiano andando per tentativi vedendo cosa piace di più ai 100.000 giocatori rimasti. La condivisione delle basi e la possibilità di creare tracciati potrebbero essere l’inizio di una modalità “story mode” scritta dagli utenti, un po’ come è stato per Galactic Adventure di Spore. Ora, Spore condivide con No Man’s Sky il primato di essere uno dei titoli con più hype e risultato finale, però ho sempre considerato Spore un gioco – nella sua semplicità – completo, e ho sempre adorato il concetto di “multiplayer asincrono” dove il mondo di gioco che esploro è quello creato dagli altri utenti. Quindi questa per me potrebbe essere la strada giusta per No Man’s Sky.

Ma vedremo il mese prossimo come continuerà questa storia.