Cento giorni di Trump

Domani 29 aprile siamo a 100 giorni di Trump. Il beneficio del dubbio lo si da a chiunque, e 100 giorni in politica sono esattamente quello: il beneficio del dubbio.

In 100 giorni Franklin Delano Roosevelt lanciò il New Deal e da allora questo passaggio dei 100 giorni è diventato importante per le amministrazioni americane, ed è stato copiato nel resto del mondo.

I piani dei 100 giorni son molto belli e ampi, e anche Trump non ha fatto eccezione di obiettivi da raggiungere in questo lasso di tempo.

Ma poi 100 giorni passano. 100 giorni passano e tutto quello che ti trovi sono una serie di Executive orders in diversi casi contestati, Neil Gorsuch alla corte suprema, e una lunga fila di ottimi successi nel golf a Mir-a-lago.

Di contro abbiamo un aumento della tensione con chiunque dalla Russia, alla Corea, al Canada; un fallimento epocale nell’abrogazione dell’Obamacare; un record negativo nel gradimento; un budget che rischia di impantanare il governo proprio nei 100 giorni.

Trump insomma è stato quel disastro annunciato che ci si aspettava, ed è incredibile quanto poco sia riuscito a ottenere in 100 giorni nonostante Camera e Senato siano entrambi controllati dal suo partito.

Non ho idea di cosa potrà succedere nei prossimi 100 giorni.

I Guardiani della Galassia vol 2: Recensione

Siamo arrivati al secondo capitolo del successo più inaspettato della Marvel: I Guardiani della Galassia.

La trama è simile a quello che succede in ogni campagna di Dungeons & Dragons con giocatori casinisti. Naturalmente il tutto è costruito con lo scopo di creare situazioni buffe e paradossali. Non sto ad addentrarmi troppo nella trama se non per dirvi che si parlerà nuovamente di famiglia, amici, e amore. Vecchi nemici diventeranno nuovi alleati e l’universo rischierà un’altra volta di essere distrutto, solo per essere salvato all’ultimo momento dalla squadra di eroi più improbabili della galassia.

Il film quindi è godibile anche se la trama non è per nulla elaborata: la novità principale baby groot che si prenderà il suo spazio fino dalla sigla di inizio. Completa il tutto un bel finale.

La colonna sonora ancora una volta è un awesome mixtape di canzoni anni 60/70/80

Come ogni film Marvel aspettatevi gli aftercredit: questa volta sono ben 5 quindi non alzatevi dalla poltrona fino al logo Marvel in grande.

Lo Stato della Libertà di Stampa secondo RSF

Come ogni anno è uscito il World Press Freedom Index e come ogni anno in italia si è discusso dell’Italia, che quest’anno è risalita di qualche posizione pur restando sostanzialmente nella stessa condizione problematica evidenziata negli anni precedenti. I problemi dell’Italia per la libertà di stampa sono sempre gli stessi: principalmente la criminalità organizzata che costringe alcuni giornalisti a vivere sotto scorta, unito al clima di minacce verbali o fisiche ai giornalisti anche da parte di politici, e anche la attuale legge sulla diffamazione è considerata potenzialmente limitante per la libertà di stampa.

Ma non soffermiamoci troppo sul nostro paese e vediamo cosa dice l’indice a livello globale: in cima alla classifica troviamo la Norvegia dove non si segnalano minacce alla libertà di stampa e il sistema dei media ha abbastanza operatori da garantire il pluralismo dell’informazione.

Fanalino di coda è la Korea del Nord dove il regime totalitario non solo controlla completamente la stampa ma punisce i cittadini che ascoltano stampa diversa; la situazione dei reporter stranieri nella nazione è leggermente migliorata, ma anche in questo caso il regime tende a controllare meticolosamente le informazioni che vengono riportate all’estero. Facile intuire come sia difficile stabilire una narrativa sulla Korea del Nord senza incappare da una parte nella propaganda di partito, ma dall’altra avendo fatti concreti e verificati.

Il paese che è peggiorato di più nel 2016 è l’Arabia Saudita nazione dove non son presenti media indipendenti e dove internet – l’unico spazio di libertà – è monitorato e i rischi per chi riporta notizie non allineate con il regime è molto alto.

Lo stato che ha fatto più progressi è il Laos, pur rimanendo in condizione critica: censura del regime rivoluzionario, e solo 3 canali televisivi indipendenti. Internet come spazio di libertà, ma severamente monitorato. Unica nota positiva è l’apertura verso i media stranieri, a patto però che sottostiano alla rigida censura governativa.

Da un punto di vista generale l’indice del 2017 riporta una situazione ancora peggiore: è proprio nelle democrazie che il diritto di cronaca viene limitato partendo da semplici scuse (anche le fake news) per arrivare a perseguire una agenda governativa o politica in conflitto di interesse con l’idea fondamentale della stampa indipendente come cardine di un sistema democratico.

Proprio quella fine del giornalismo di cui ci siamo già occupati sembra essere arrivata alla naturale conseguenza della realtà post fattuale, alla quale gli stati democratici stanno rispondendo nel modo sbagliato limitando la liberà di stampa.

Festa d’aprile

Il 25 aprile diventa, mano a mano che ci si allontana dal 1945, una festa sempre più controversa. Da una parte si cerca di attaccare messaggi e valori alla guerra partigiana che sono molto lontani da quello che è successo storicamente, dall’altra si cerca di sminuire la guerra civile italiana.

Guerra civile: esattamente è quello che è stato dall’otto Settembre ’43 al venticinque Aprile ’45 nelle zone occupate del centro nord italia e in particolare nella fascia prealpina. Guerra civile, guerriglia, e lotta all’occupazione nazista, a supporto delle truppe alleate seguendo le istruzioni di Badoglio.

Per me il 25 Aprile è quello: un insieme di storie personali, di giovani uomini e donne combattenti, certamente mossi da ideali diversi – quando non opposti – ma non completamente riducibili ad una unica idea contemporanea sia quella europeista, sia quella antieuropeista. L’europa con i partigiani non c’entra nulla, e anche la costituzione o gli ideali della costituzione c’entrano poco con la guerra civile: la Repubblica e la costituente verranno dopo, e andrebbero celebrati il 2 Giugno data in cui informalmente parte la costituente Repubblicana. E della costituente è bene celebrare la data di inizio e non la data di fine: perché la nostra costituzione è una carta viva.

Quindi prendiamo questo giorno per commemorare i caduti, soprattutto i caduti delle nostre città e dei nostri paesi, e non cerchiamo di appendere cartelli con le nostre idee al collo dei partigiani.

Continuando a correre

Ho completato la prima fase della mia ripresa di allenamento. Non ho ancora raggiunto risultati notevoli, ma sono arrivato a 4 km percorsi in modo quasi agevole superando gradualmente una serie di acciacchi e soprattutto un mal di gola che avevo preso con l’abbassamento delle temperature dei giorni scorsi.

Il riuscire a correre anche nei giorni in cui il tempo non è ottimale è per me un buon segno dell’aver ripreso seriamente una attività. Con la fine di questo ciclo che mi ha portato a 4km se ne apre un altro più lungo che dovrebbe portarmi a 10km, se tutto va bene.

Ed è qui la parte complessa: continuare a correre settimana dopo settimana verso l’estate, e continuare ancora a correre quando comincerà a far caldo.

Per ora tutto bene.