Star Trek Bridge Crew: Il Primo Gioco VR?

Come avevamo visto qualche settimana fa la realtà virtuale aveva il problema di trovare un gioco per che aprisse la strada (una killer app).

Forse lo abbiamo trovato

Star Trek: Bridge Crew per il momento sembra raccogliere l’entusiasmo dei giocatori anche non fan sfegatati di Star Trek.

Questo gioco ha sicuramente il pregio di essere basato su un franchise già perfettamente consolidato, e perfetto per il tipo di interazione possibile oggi con la realtà virtuale.

Già, perché oggi il gioco perfetto per la realtà virtuale è quello che ti porta in un mondo diverso dal tuo senza farti alzare dalla poltrona. Letteralmente.

La simulazione di attività “da seduto” come il pilotaggio di aerei, automobili, o come in questo caso astronavi, sembrano infatti il tipo di applicazione dove in questo momento la realtà virtuale da il suo meglio. Questo gioco inoltre è stato completamente pensato attorno all’idea del virtuale, e non è un simulatore pre esistente riconvertito. Oltre a questo c’è la componente multigiocatore che rende molto più accattivanti anche delle meccaniche semplificate come quelle mostrate nel gioco, ovvero semplice gestione di sistemi in modo simile ad FTL.

Questo gioco aprirà la strada al successo della realtà virtuale? Presto per dirlo. Al momento secondo Steam Spy le copie vendute sarebbero circa 2.000, praticamente nulla, ma questo gioco è disponibile anche su Playstation che è un mercato altrettanto vasto per numero di dispositivi VR, ma probabilmente con meno scelta dal punto di vista dei giochi.

Ritorneremo sull’argomento tra un mese per vedere come si è evoluto questo gioco.

Automation in Unreal

Automation è un videogioco che permette di gestire una industria automobilistica occupandosi prevalentemente degli aspetti ingegneristici progettando sia il motore sia l’automobile e quindi occupandosi anche di alcuni elementi della produzione in massa (naturalmente su questo aspetto è più dettagliato Production Line).

Si tratta di un gioco in early access, e probabilmente uno di quelli in early access da più tempo tra quelli presenti nella mia libreria.

Automation era cominciato con un proprio motore grafico sul quale è stato sviluppato il gioco nella quasi sua interezza: a questo punto i programmatori hanno preso una coraggiosa decisione, spostare tutto il gioco sul motore Unreal in modo da migliorare drasticamente le caratteristiche grafiche e la velocità di esecuzione.

Questo passaggio naturalmente ha richiesto anni al piccolo team di sviluppo ma finalmente possiamo vedere i primi risultati.

La alpha di automation in Unreal al momento permette la creazione completa di un’auto ma non ha missioni, tutorial, o campagna. Come prevedibile è anche in questo momento prona al crash e con una discreta quantità di bug e mancanza di ottimizzazione, ma dall’altra parte è graficamente spettacolare, tanto da avere anche una studio fotografico integrato per creare foto da catalogo delle proprie auto.

Naturalmente per il momento questa versione alpha corre parallela al gioco “1.0” con missioni, tutorial, e campagna completa.

La Palude

Se in questa travagliata legislatura si vuole trovare una cosa positiva che mette d’accordo quasi tutti è la gestione dei musei e dei beni culturali da parte del ministro Franceschini. I nuovi direttori, anche stranieri, hanno dato una spinta di modernizzazione in molti musei e siti archeologici contribuendo in diverse occasioni ad un rilancio turistico. Io ho presente prevalentemente Brera, ma mi dicono che anche negli altri musei le cose stanno andando bene.

Fino ad oggi.

Oggi il TAR del Lazio, chiamato ad esprimersi a seguito di alcuni ricorsi, ha invalidato le nomine di 7 musei. Nomine risalenti a 2 anni fa.

Secondo me non si va da nessuna parte cercando la responsabilità della palude burocratica italiana. Prendiamo semplicemente atto di quello che succede: si fa un bando; si assumono delle persone; per una volta sembrano tutti contenti; qualcuno fa ricorso; il TAR gli da ragione. E non è solo per i musei, ma per praticamente qualunque opera pubblica. E non è colpa del TAR: è colpa della palude.

La palude è quell’indistricabile groviglio di leggi, riforme e controriforme stratificate una sull’altra nel tentativo di far funzionare normalmente il paese: in questo groviglio naturalmente in qualche modo quasi chiunque può trovare un vantaggio di qualche tipo fosse anche bloccare gli scavi che abbassano il valore degli immobili.

Volendo cercare la soluzione la soluzione il primo passaggio pratico è certamente politico, ma questo passaggio è vincolato da una forte volontà popolare e culturale diffusa nel paese.

L’ultimo referendum ha mostrato chiaramente non esserci questa volontà, dato che gli italiani preferiscono masturbarsi sull’ennesima versione del conflitto Guelfi – Ghibellini al posto che rimboccarsi le maniche e cambiare le cose.

Purtroppo se ne esce solo con una riforma costituzionale, e questa riforma richiede una maggioranza larga e certamente non monocolore: fino a quando il dibattito rimarrà “tutti contro tutti” in un sistema a 6 partiti è facile capire che non si va da nessuna parte.

Ma probabilmente ci sta bene così.