Eurovision 2017: seconda semifinale

Ieri sera la prima semifinale non ci ha riservato particolari sorprese: andiamo a scoprire la scaletta della seconda semifinale.

Apre la serata la Serbia: solo a me ricorda Fireworks di Katy Perry? In ogni caso non penso abbia molte speranze di accedere alla finale.

Lo spettacolo non parte proprio nel modo più brioso: ecco l’Austria con una canzoncina tranquilla pop che non penso andrà lontano.

Svolte le formalità iniziali cominciamo a scaldarci con una delle canzoni che rimane in testa tra quelle di questa edizione: ce la propone la Macedonia. Riuscirà a passare in finale?

E dopo la sferzata di energia portata dalla Macedonia torniamo alle cose melense con la Celine Dion Maltese. Anche per lei poche speranze di accedere alla finale.

Riprendiamo il ritmo con la Romania: c’era già stata la canzone rap quest’anno? E la canzone Yodel? Ecco. La Romania ci propone un mix tra rap e yodel. Non basta? E se vi dicessi che nella coreografia ad un certo punto entrano sul palco due enormi cannoni? Tra l’altro in prova questo giochino dei cannoni non è sempre andato benissimo, quindi vediamo cosa accadrà in diretta. In ogni caso questo tipo di tamarrate è esattamente quello che accede in finale.

Un altro grande classico: il Trio Lescano. E chi poteva proporlo se non l’Olanda? Ecco la versione riveduta e aggiornata del trio vocale femminile. Abbastanza particolare per accedere in finale.

Per la categoria “canzone che valorizza il territorio” arriva l’Ungheria con una canzone in ungherese con sonorità zingare in chiave moderna. Potrebbe accedere in finale se passa l’idea di premiare la diversità.

Torniamo a sonorità pop più consuete con la Danimarca. In questa semifinale ci son abbastanza paesi nordici per avere un posto in finale con il blockvote, ma per il resto la canzone è dimenticabile.

La seconda metà dello spettacolo è aperta dall’Irlanda con un pezzo lento pop/soul cantato da quello che sembra lo stereotipo dell’irlandese.

Proseguiamo con San Marino. Se vi state chiedendo “ma quanti cantanti potranno mai esserci a San Marino?” ecco… una. Valentina Monetta partecipa infatti per la quarta volta ad Eurovision. Non è mai andata in finale, e anche quest’anno non penso sarà diverso.

Cosa manca ancora all’appello? La lirica. Ci pensa la Croazia presentandoci Pavarotti & (my) Friends condensato in un unico artista. Naturalmente mezza la parte lirica è in italiano e la parte pop è in Inglese. E tutto questo per non parlare del frack/chiodo. Insomma, una esibizione incredibile che spero riesca ad accedere alla finale.

Lasciamo le bizzarrie per tornare ad un altro pezzo standard europop norvegese che come nel caso danese potrebbe beneficare del blockvote per strappare un posto in finale.

E si prosegue con i nostri vicini Svizzeri che ci propone un altro dei pezzi tra quelli che rimangono in testa di questa edizione, ma stiamo parlando della svizzera, quindi l’accesso alla finale non è per nulla scontato. Possiamo però vedere un ponte ideale tra la Romania che porta lo yodel e la svizzera che porta una cantante rumena in un gruppo di Berna.

Torniamo al folk con la Bielorussia. Quest’anno le canzoni in lingua locale non mancano, ma questa non è tra quelle che arriverà in finale.

All’appello mancava il bambino. Ci pensa la Bulgaria, con una delle canzoni rivelazione di questa edizione, che grazie alla promozione serrata basata soprattutto sulla simpatia del cantante dovrebbe non solo assicurarsi un posto in finale, ma anche un buon piazzamento.

Si continua con la Lituania che ci propone una canzone con un buon tiro, ma il ritornello più dimenticabile della storia. Non va lontano.

Altra repubblica baltica, altro pezzo Eurodance: Estonia con questo pezzo dopo il quale non potrete più avere dubbi riguardo l’ambientazione di Romeo e Giulietta. Posto in finale?

E chiudiamo con Israele che ci propone un altro pezzo Eurodance standard. Funziona bene per essere Israele e può anche essere che passi in finale o finisca dritto in riviera romagnola.

L’appuntamento quindi è sempre per domani alle 20:50 su Rai 4, e naturalmente su Twitter.

Il primo anno di Stellaris

Oggi Stellaris compie un anno. Stellaris è stato il mio gioco prediletto del 2016 e con la prima espansione considerevole si avvia ad essere il mio gioco preferito anche per il 2017.

Per ora ho speso 284 ore su questo gioco completando 4 partite con stili di gioco molto differenti tra di loro: ho cominciato con un impero pacifista secolarizzato, ho proseguito con una megacorporazione galattica, poi con una teocrazia, per finire con una ultima partita già con Utopia dove interpretavo il ruolo di una razza xenofoba votata alla guerra infinita contro tutte le altre civiltà.

Oggi è uscita la patch 1.6 Adam che sistema alcuni sbilanciamenti e aggiunge alcune funzioni senza stravolgere nuovamente il gioco, e come al solito con una nuova versione ho cominciato da zero una nuova partita, questa volta con una repubblica intenzionata a formare una federazione galattica. Dopo una partita passata solo ad espandermi militarmente voglio provare quanto sia possibile espandersi “verticalmente” ovvero senza colorare tutta la mappa con il proprio vessillo.

Stellaris è un gioco estremamente vasto e nonostante le quasi 300 ore non posso dire di aver visto tutte le catene di eventi contenuti nel gioco, e certamente non ho ancora visto tutto quello che offre Utopia.

Oltre al contenuto base naturalmente ci sono le mod, e pur non avendone installati tantissimi devo dire che rendono l’esperienza ancora più variata e personale. Devo ancora provare una partita con la total conversion dedicata a Star Trek, magari interpretando i Klingon.

Stellaris naturalmente non è ancora un gioco perfetto: in particolare tutto il comparto militare ha bisogno di una revisione per diventare più tattico e variato. A tal proposito gli sviluppatori hanno molte idee che irrimediabilmente cambieranno la faccia del gioco ancora una volta nei prossimi mesi, e probabilmente con il prossimo DLC.

Spero comincino a focalizzarsi proprio sull’aspetto militare, per poi muoversi sull’espansione del comparto diplomatico ed economico, magari inserendo un sistema di mercanti ed aziende private (simile ai capitalisti di Victoria).

Nonostante i suoi difetti Stellaris resta il mio gioco attualmente preferito tra quelli pubblicati da Paradox studios.

Eurovision 2017: Prima Semifinale

Domani a Kiev andrà in scena la prima semifinale di Eurovision, nella quale l’italia potrà televotare: ecco i cantanti in gara.

Lo spettacolo comincia alla grande con la Svezia: gli svedesi sono la macchina da guerra degli eurovision contemporanei con le loro vittorie nel 2012 e 2015. La canzone di quest’anno non arriva ai livelli di Euphoria, e al posto della coreografia di Heroes ha una versione molto semplice di quello che facevano anni fa gli Ok Go con i Tapis roulant, ma rimane una delle più orecchiabili della competizione, e di conseguenza è tra le favorite.

Uno degli standard di Eurovision è la “canzone da film di James Bond” lenta e che punta tutto sulla potenza vocale della cantante. La prima che troviamo in gara quest’anno proviene dalla Georgia. Non penso però abbia grosse possibilità di accedere alla finale.

A seguire sul palco si presenta l’Australia. Si, l’Australia. Per qualche ragione – nonostante il fuso orario – questa competizione europea ha sempre riscosso grande successo in Australia dove viene trasmessa fin dal 1983. Dal 2015 l’Australia è entrata in competizione e anche quest’anno si presenta agguerrita e quasi certa di un posto in finale magari con i voti del Regno Unito.

Anche l’Albania prova con una canzone da film di Bond, ma anche nel suo caso le possibilità di accedere alla finale non sono altissime.

Un altro classico di Eurovision è la canzone composta solo dal ritornello. In questo modo la canzone del Belgio è tra quelle che rimane in testa della serata, ma a livello di coreografia rimane tutto basato sull’impianto luci e le inquadrature dato che la cantante resterà impiantata a centro palco con il suo enorme vestito a torta. Probabilmente un posto in finale.

Cambio di passo, e il Montenegro ci propone Acquaman. Entriamo in un altro classico di eurovision, ovvero la sezione “Pride”, ma anche in questo caso non son molte le speranze per un posto in finale.

Si cambia passo nuovamente con la Fillandia, perché eurovision è fatto di gioia ma anche di noia. Basterà il blockvote di Svezia e Lettonia per entrare in finale?

L’Azerbaijan invece punterà molto sulla coreografia. Questa canzone la ricorderete come quella dell’uomo cavallo.

E ora qualcosa di completamente diverso: una canzone veramente nazionale. Il Portogallo è dato tra i favoriti quest’anno proprio per questo ritorno all’antico così inusuale per questo tipo di competizione.

Torniamo a cose più consuete: la Grecia ci propone la prima canzone quest’anno che parte lenta ma nasconde un pezzo disco.

Con la Polonia torniamo alle Bond Song. Anche qua avremo una coreografia abbastanza statica, quindi tutto sarà affidato alla voce e naturalmente allo stacco di coscia.

La Moldova ci ripropone delle vecchie conoscenze salite alla notorietà su internet per via di Epic Sax Guy. Molto dipenderà dalla coreografia, ma certamente da mercoledì vedremo una nuova fila di gif animate del nostro sassofonista preferito.

L’Islanda quest’anno non ha quella che definirei una canzone memorabile: forse in questo caso ricorderemo di più il vestito della cantante.

Un altro classico: la canzone che non comincia mai. Ce la propone la Repubblica Ceca, e non sembra essere materiale da finale.

Il sistema di Eurovision è molto particolare da descrivere: cantanti e compositori non devono per forza essere legati alla nazione che rappresentano, e per questo motivo ci sono compositori seriali di canzoni di Eurovision: è il caso di Thomas G:son, compositore di Euphoria, che ha già partecipato con 12 canzoni alla competizione. La sua tredicesima canzone è quella che ci propone quest’anno cipro

Un’altra cosa che non può mancare è il pezzo che ripropone elementi etnici in chiave moderna, e come di consueto sono i paesi più a est a proporre questo genere musicale. L’Armenia sembra volersi piazzare bene.

Il cantante Sloveno aveva già rappresentato la nazione nel 2005 proprio sul palco di Kiev: un ritorno in tutti i sensi, quindi. L’altra volta non aveva superato la semifinale, e anche quest’anno non sembra destinato ad andar lontano.

Chiude lo spettacolo la Lettonia: penso che indipendentemente dal suo successo nella competizione questa canzone rimarrà in forma di stacchetto e sottofondo per le competizioni successive.

Appuntamento quindi per domani alle 20:50 su Rai 4.

Gabbani a Kiev

Siamo ad una settimana da Eurovision e tutti i cantanti si sono già spostati nella capitale ucraina per le prove.

Eurovision è uno spettacolo televisivo estremamente coreografato e con pochi colpi di scena: le canzoni sono note e le prove sono aperte al pubblico ed è possibile anche vedere un pezzo delle esibizioni su youtube.

Quest’anno l’italia è considerata da tutti la favorita nella competizione: solo la Bulgaria e naturalmente la Svezia potrebbero impensierirci. Ma visto come Gabbani ha riscosso successo in tutto il suo tour promozionale e nell’incontro con i giornalisti ho buone speranze per una buona figura sul palco europeo.

La prima semifinale sarà Martedì 9 Maggio e potremo vederla su Rai 4. Lunedì scriverò le mie opinioni sulle canzoni in gara nella prima semifinale.