Star Trek bridge Crew dopo un mese

Come promesso andiamo a vedere come è stato il primo mese di Star Trek: Bridge Crew.

Sarebbero 28.000 le copie vendute su Steam, ancora quindi un numero molto basso se comparato ai videogiochi convenzionali, ma comunque una cifra paragonabile a Superhot VR, e più della metà di Onward che è attualmente considerato uno dei titoli per la realtà virtuale che ha venduto di più su Stream.

Per un gioco multiplayer ha veramente pochi utenti contemporaneamente collegati: un picco di 90 che sale a 140 nel weekend: metà degli acquirenti l’ha giocato per meno di 3 ore complessivamente e meno di un’ora e mezza a settimana, proprio poco.

Dal punto di vista delle recensioni comunque siamo al 90% positive, basate però su un numero abbastanza basso di recensioni.

Ad un mese di distanza quindi non sembra che Star Trek Bridge Crew si sia rivelato la killer application della realtà virtuale, anzi sembra che anche alcuni titoli meno adeguati (ovvero non da seduti) stiano avendo più successo.

Ma un mese è poco per queste valutazioni: riparliamone tra 5 mesi.

GLOW: Prima stagione

Ho visto (praticamente in un unico binge) la prima stagione di GLOW, il nuovo comedy/drama di Netflix ispirato all’omonima promotion di wrestling femminile. Nella prima stagione seguiamo la vita di queste attrici/atlete dal casting al primo scontro televisivo.

Come è comune nella narrazione del dietro le quinte del Wrestling i drammi personali si mischiano ai problemi della produzione di questo scalcagnato show fornendo abbastanza materiale per estendere tranquillamente a 10 episodi quello che fondamentalmente è poco più dell’introduzione dei personaggi.

Per chi è a digiuno di wrestling questa serie spiega in modo semplice le dinamiche di base che sono dietro ad un simile spettacolo: bisogna solamente partire dall’idea di quello che è una promotion, ovvero una sorta di circo con tanti atleti/attori (o in questo caso attrici) che se le danno di santa ragione sul ring dopo aver costruito delle storie simili a delle soap opera.

A completare il tutto questa serie è, come già per Stranger Things, un altro tuffo nostalgico negli anni ’80, e per la precisione nella Los Angeles periferica degli anni ’80. Naturalmente anche la colonna sonora contribuisce all’atmosfera.

Nonostante la storia non sia una cronaca fedele delle reali GLOW alcuni elementi – come il vivere segregati in un albergo – e alcuni gimmick sono molto vicine a quelle utilizzate nello show reale in particolare naturalmente Colonel Ninotchka, Americana.

Questa serie è certamente una delle inaspettate rivelazioni del 2017.

Possibile e probabile

Quale è la differenza tra possibile e probabile? Possibile è che nel giro di 24 ore Margot Robbie suoni al campanello di casa mia: infatti non c’è nulla che lo impedisca. In 24 ore puoi andare da Londra all’italia, e quindi noleggiare un’auto o prendere un taxi per arrivare sotto casa mia e citofonare.

Ma nonostante non ci sia alcun impedimento a questo evento possiamo tranquillamente essere d’accordo che è altamente improbabile che questa cosa succeda, e non solo nelle prossime 24 ore.

Questa è la differenza tra qualcosa di possibile e qualcosa di probabile: possibili sono un sacco di cose, ma le reali possibilità che queste possano accadere sono spesso parecchio vicine allo zero. Nonostante ciò noto come molti si attacchino a queste possibilità teoriche.

Mod a Pagamento

Una delle novità più rilevanti dell’E3 di quest’anno è stata il nuovo tentativo da parte di Bethesda di introdurre i mod a pagamento attraverso il programma Creation Club.

In realtà quando si va a vedere di cosa si tratta il Creation Club è più che altro un sistema per creare nuovi contenuti per il gioco partendo da un finanziamento della stessa Bethesda, quindi stiamo parlando più che altro di vere e proprie espansioni, o DLC, selezionate, finanziate e gestite dalla stessa azienda produttrice.

Naturalmente questa decisione riguarderà alcuni degli attuali modder che potranno decidere di creare un prodotto professionale collaborando direttamente con il distributore, però in questo caso siamo molto lontani dal vecchio tentativo di monetizzazione dei mod sempre proposto da Bethesda.

In entrambi i casi siamo comunque lontani dal fenomeno delle espansioni di terze parti che ha fatto il successo di numerosi titoli di simulazione, in particolare quello che fu Flight Simulator di Microsoft. Altre case vorrebbero replicare un simile successo, mantenendo comunque nel contempo il controllo del marketplace, ma per il momento solo Dovetail sembra aver trovato (parzialmente) la ricetta giusta con Train Simulator.

Quindi non è la fine dei mod gratuiti, che soprattutto nel caso di Bethesda hanno assicurato il successo di giochi altrimenti mediocri. Si tratta solo di un altro capitolo nella creazione dei contenuti aggiuntivi. Capitol che potrà essere valutato solo tra qualche mese.