L’OMS riconosce la dipendenza da videogiochi

L’OMS ha recentemente riconosciuto la dipendenza da videogiochi in questi termini

Gaming disorder is characterized by a pattern of persistent or recurrent gaming behaviour (‘digital gaming’ or ‘video-gaming’), which may be online (i.e., over the internet) or offline, manifested by: 1) impaired control over gaming (e.g., onset, frequency, intensity, duration, termination, context); 2) increasing priority given to gaming to the extent that gaming takes precedence over other life interests and daily activities; and 3) continuation or escalation of gaming despite the occurrence of negative consequences. The behaviour pattern is of sufficient severity to result in significant impairment in personal, family, social, educational, occupational or other important areas of functioning. The pattern of gaming behaviour may be continuous or episodic and recurrent. The gaming behaviour and other features are normally evident over a period of at least 12 months in order for a diagnosis to be assigned, although the required duration may be shortened if all diagnostic requirements are met and symptoms are severe. [fonte]

All’interno di una più ampia categoria che comprende anche la dipendenza da gioco d’azzardo. Questa categoria è riconosciuta come

Disorders due to addictive behaviours are recognizable and clinically significant syndromes associated with distress or interference with personal functions that develop as a result of repetitive rewarding behaviours other than the use of dependence-producing substances. Disorders due to addictive behaviors include gambling disorder and gaming disorder, which may involve both online and offline behaviour.

Al di fuori dello stretto discorso dei videogiochi è facile vedere come si possa adattare questa definizione a moltissime “passioni”. Provate a sostituire X con ad esempio serie televisive, social media, uso del cellulare, palestra, passione sportiva …

1) impaired control over X; 2) increasing priority given to X to the extent that X takes precedence over other life interests and daily activities; and 3) continuation or escalation of X despite the occurrence of negative consequences.

Per questa ragione trovo strano che l’OMS parta proprio dai videogiochi per definire una serie di disturbi certamente esistenti ma con definizione molto più larga e prevalentemente collegati a problemi psicologici di natura diversa. A mio parere la dipendenza da videogiochi, come la ludopatia, e come tutte le altre dipendenze andrebbero trattati come sintomo di qualcosa di diverso.

Il problema però è che con questa decisione dell’OMS potremo vedere un risorgere di tutto il movimento “i videogiochi sono il male” che pensavamo di esserci lasciati alle spalle almeno da 10 anni, e che purtroppo – anche per la questione delle lootbox – stiamo nuovamente affrontando.

E3: Cyberpunk 2077 è il mio Best in Show

Cyberpunk 2077 il nuovo gioco di CD Project Red, del quale per ora abbiamo solo il trailer qua sopra, è per me la migliore rivelazione dell’E3 di quest’anno.

Annunciato da diversi anni questo progetto non si era ancora mostrato in alcun modo, e si poteva quasi pensare che fosse stato cancellato: questo trailer ci dice che siamo a buon punto, e mi fa sperare per un rilascio nel 2019.

Cyberpunk 2077 è un gioco ispirato al gioco di ruolo cartaceo Cyberpunk 2.0.2.0, ma riadattato spostando il futuro in la di qualche anno.

Il mix tra cyberpunk anni ’80 ed elementi più contemporanei è qualcosa di perfetto: Night City potrebbe rivelarsi una delle migliori ambientazioni open world o pseudo open world (alla The Witcher) che sia mai stata creata.

Può essere strano far salire l’hype solo per un trailer di qualche minuto, ma la combinazione tra la casa produttrice e il tema trattato mi fanno ben sperare.