Ludum Dare 46 in isolamento sociale

Tra meno di 6 ore dalla pubblicazione di questo post inizierà la quarantaseiesima edizione del Ludum Dare.

Anche a questo giro proverò a partecipare e spero nonostante tutto di riuscire a produrre qualcosa in 48 – 72 ore.

Questa edizione è naturalmente molto diversa dal solito perché avviene nel mezzo dell’epidemia di Covid 19 e in isolamento sociale.

L’isolamento sociale potrebbe sembrare un fattore positivo se ci si vuole chiudere in casa per 48 ore producendo un videogioco, ma in realtà una buona parte di questa competizione l’ho sempre dedicata alla meditazione/riflessione nella forma molto semplice di lunghe camminate.

Le lunghe camminate son sostanzialmente escluse, ma probabilmente proverò a camminare attorno al mio palazzo in giardino.

Al di la delle condizioni contingenti a questa edizione la mia idea è provare a produrre qualcosa in 3D per mettere a frutto quello che ho recentemente imparato in Blender.

Non sarà semplice, anche perché non ho ancora creato molto mettendo insieme Blender e Unity, ma i Ludum Dare son proprio questo: occasioni per imparare.

Se volete mettervi alla prova potete entrare anche voi in competizione registrandovi qui.

50 Anni dell’Apollo 13

Oggi 50 anni fa veniva lanciato verso la Luna l’Apollo 13.

L’Apollo 13 è stata probabilmente la missione spaziale più drammatica tra quelle non finite in tragedia. Un volo che alla vista del pubblico poteva sembrare quasi di routine ha dimostrato in tutti i modi quanto l’esplorazione spaziale non fosse assolutamente qualcosa di banale o semplice, ma fosse una una scommessa sul filo del rasoio.

La storia dell’Apollo 13 è raccontata magistralmente nel film omonimo del 1994, dove Tom Hanks, Kavin Beacon, e Bill Paxton hanno interpretato gli astronauti Lovell, Swigert, e Haise.

Sono molto legato a questo film, non solo per la sua bellezza e per il fatto di essere un ottimo film “dietro le quinte” che mostra la storia di un gruppo di persone al lavoro, ma anche perché è stato il primo film che ho visto al cinema non accompagnato dai miei genitori.

Tredici anni: allora prendere un pulman e spostarsi dal mio paesino di provincia per andare a Monza – che sembrava una metropoli al confronto – per vedere un film al Teodolinda sembrava già una avventura al pari di quelle che avremo visto sullo schermo. E certamente quel primo film e quei primi assaggi di libertà ed indipendenza sono destinati ad imprimersi nella memoria personale.

Ed oggi, in piena quarantena per il Covid19 quella semplice libertà di andare al cinema e vedere un buon film assume un significato ancora più forte.