Star Trek The Next Generation Terza Stagione

Con la terza stagione e l’equipaggio principale al completo, con il ritorno di Beverly Crusher come ufficiale medico, Star Trek The next Generation comincia ad entrare nel periodo d’oro in cui inanella un episodio memorabile dopo l’altro.

Il primo episodio degno di nota è “Who Watches the Watchers” nel quale l’equipaggio dell’enterprise si trova a dover gestire un accidentale primo contatto con una razza primitiva che ritiene Picard una divinità. Lo considero un episodio chiave perché illustra bene come è gestito il tema della spiritualità nello Star Trek dell’89, e questo ci permetterò di far delle comparazioni con la spiritualità in Voyager e Deep Space 9 che vedremo nei prossimi articoli.

Con “Deja Q” abbiamo uno dei migliori episodi di Q in cui l’entità onnipotente viene privata dei suoi poteri e deve vivere per qualche giorno l’esperienza umana sull’enterprise.

Con “Yesterday Enterprise” torna sullo schermo Tasha Yar, quando in un universo alternativo l’enterprise si trova in guerra con i Klingon. Anche questo episodio è ricordato tra i migliori della serie soprattutto per lo scenario alternativo e il ritorno di un personaggio che aveva lasciato bruscamente la serie.

L’idea della nave con famiglie a bordo torna utile nel trattare il tema della genitorialità, e in questa stagione succede in due episodi: “The Bonding”, dove Worf avrà una prima esperienza da padre quando dovrà prendersi cura di un orfano, e “The Offspring”, dove Data si costruirà una figlia.

Abbiamo anche episodi più leggeri come “Captain’s Hollyday” ambientato su Risa, pianeta di vacanze che ci viene mostrato per la prima volta, e da qui in avanti sembrerà che l’Enterprise non si allontani mai a più di una settimana di viaggio da questo pianeta.

Fino ad ora tutto l’equipaggio dell’Enterprise ci è stato mostrato come competente, e perfetto ai limite dell’epico. In “Hollow Pursuits” viene introdotto il tenente Barclay. Timido e impacciato trascorre gran parte del suo tempo libero sul ponte ologrammi. Questo episodio è probabilmente una ispirazione per l’episodio “USS Callister” nella quarta stagione di Black Mirror.

Il personaggio di Barclay ritornerà non solo in altri episodi di TNG, ma anche in altre serie, come Voyager, e nei film.

Con questa serie TNG è arrivata ad un livello di sufficiente indipendenza da poter provare a reintrodurre alcuni personaggi della serie classica. Il primo è Sarek che ha un suo episodio nel quale dovrà completare un ultimo accordo diplomatico nonostante la vecchiaia.

La terza stagione si chiude con un enorme cliffanger nella prima parte dell’epico “The Best of Both Worlds” nel quale i Borg attaccano per la prima volta la federazione e assimilano Picard, lasciandoci nell’attesa della quarta stagione senza sapere se avremo ancora lo stesso capitano, o se finalmente Riker siederà sulla poltrona.

Verso il Ludum Dare 48

Siamo di nuovo in periodo di Ludum Dare, la competizione in cui in 48 – 72 si crea da zero (più o meno) un videogioco

Nell’immagine qua sopra ci sono i temi emersi della selezione dei parteciparti, e come al solito non sono il massimo.

Al solito ho poche idee, e non so se riuscirò a preparare qualche spunto nella giornata di domani attendendo l’inizio della competizione.

In ogni caso cercherò di completare in qualche modo un videogioco come ho fatto nelle ultime 9 edizioni.

Star Trek The Next Generation Seconda Stagione

Nella seconda stagione si cominciano a sistemare alcuni dei problemi e delle sperimentazioni eccessive visti nella prima stagione.

Riker ha la barba e Troy non ha più i vestiti da “cheerleader spaziale” che aveva nella prima stagione, anche se passerà ancora molto tempo fino a quando indosserà una normale uniforme, Worf è nella sua posizione di capo della sicurezza e La Forge è stabilmente in sala macchine.

Unica grossa differenza tra i personaggi che diventeranno definitivi nelle stagioni successive è il medico di bordo Katherine Pulaski, al posto di Beverly Crusher che tornerà definitivamente nella terza stagione.

La seconda stagione ha certamente una qualità di produzione migliore rispetto alla prima, che ancora risentiva di scenografie, costumi, ed effetti speciali simili alla classica. Abbiamo uno stile distinto che è quello che ricordiamo di TNG.

Anche i personaggi hanno spazio per svilupparsi, particolarmente in alcuni episodi memorabili come “The Measure Of A Man” dove esploriamo l’umanità di Data.

Un altro personaggio importante introdotto nella seconda stagione è Guinan, interpretato da Whoopi Goldberg. Guinan gestisce il bar di Ten Forward – un nuovo set creato per la seconda stagione – e come ogni buona barista è una sorta di consigliere informale di bordo. Il suo ruolo che potrebbe sembrare quello di un cameo di una attrice famosa diventerà invece ricorrente e strutturale all’interno della serie.

Nella seconda stagione vengono introdotti anche i Borg: per il momento son solo una forza lontana mostrata da Q, ma nelle stagioni successive e nel film Primo Contatto diventeranno il nemico centrale della federazione.

Abbiamo anche molti episodi sull’esperienza dell’essere adulti come ad Riker si trova troppo bene per avanzare di carriera, e ha a che fare in un episodio con suo padre con il quale ha una pessima relazione.

Il personaggio di Wesley invece viene parecchio smorzato rispetto ai toni tenuti nella prima stagione, che son quelli che molti fan ricordano come insostenibili.

Questa stagione purtroppo si chiude quello che è probabilmente il peggior episodio di TNG: “Shades of Gray”.

A corto di budget – probabilmente bruciato nell’episodio dei Bord – il 22esimo episodio è un collage di scene della prima stagione tenuto insieme da una improbabile storia in cui Riker deve rivivere i suoi ricordi per guarire da un virus alieno contratto durante una missione.

Concludendo, la seconda stagione di TNG comincia finalmente a vivere di vita propria e crea il proprio universo, che esplorerà nelle stagioni future.

Nomadland

Il terzo film nella mia rassegna in preparazione agli oscar 2021 è Nomadland.

Nomadland segue il primo anno di vita come nomade di Fern, interpretata da Frances McDormand.

Fern proviene da Empire, una città mineraria in Nevada che si è svuotata in seguito alla chiusura della miniera durante la recessione del 2008.

Dopo la morte del marito e la perdita del lavoro e della casa Fern comincia a vivere in un vecchio furgone, e non trovando lavoro a Empire comincia a spostarsi attraverso il sud ovest degli Stati Uniti passando da un lavoro all’altro.

Dal lavoro in un centro di smistamento Amazon attorno a Natale, a quello di tuttofare in un campeggio in estate nelle badlands Fern conosce altri nomadi in una condizione simile alla sua e impara a vivere sulla strada adattando il suo furgone.

Le persone che incontra Fern – interpretate prevalentemente da veri nomadi – sono principalmente bianchi anziani o prossimi alla pensione. Tutti hanno alle spalle storie simili a quella della protagonista.

Il film non ha colpi di scena, momenti particolarmente drammatici, o momenti di rivalsa. Le vite dei nomadi non son particolarmente romanticizzare, e non son mostrati come eroi alternativi.

Il giudizio sulla società americana da parte dei nomadi è quello di essere “una nave che affonda” dove i nomadi son quelli “sulle scialuppe di salvataggio”; un giudizio che mi ha ricordato quello del protagonista di Mosquito Coast, dove però il protagonista proveniva dalla classe media.

Il tema al centro del film non è però quello della vita nomade ma quello dell’affrontare una perdita. Perdita intesa sia come il lutto sia come la perdita di occasioni per vivere una vita piena, dove la realizzazione non è nel lavoro, nei soldi, o negli oggetti – che son scambiati tra i nomadi in base alla necessità – ma nell’esperienza delle bellezze naturali del mondo, perfettamente rappresentate negli scenari naturali degli Stati Uniti tra deserti, e foreste.

Dal punto di vista tecnico il montaggio tra una scena e l’altra è rapido, e qualche volta confuso. Molte scene sono altrettanto rapide e inserite solo con lo scopo di mostrare una esperienza di vita non direttamente collegata alla storia.

Il film inizia con una inquadratura centrale della protagonista che apre un box dove son contenuti tutti i suoi oggetti. Anche le scene dentro il magazzino di Amazon sono inquadrature centrali, così come altre scene tipo l’interno di una lavanderia a gettoni, e l’esterno dell’ufficio del primo “campeggio”.

Le inquadrature della natura invece spaziano partendo dai personaggi e allargandosi in una panoramica, tenendo il più delle volte i personaggi in un angolo.

Ritroviamo le inquadrature centrali nuovamente nella casa dove Fern alloggia per il giorno del ringraziamento.

Non voglio leggerci troppo ma penso che sia una scelta deliberata per accentuare il contrasto tra il mondo stanziale e quello nomade, mostrando il primo come opprimente, in combinazione anche ad un uso diverso dei colori tra queste scene: freddi nelle stanziali, caldi nella natura.

Nella casa dove Fern trascorre il ringraziamento abbiamo due scene abbastanza vicine dove la cena in comune è mostrata con colori caldi e inquadrature in movimento, mentre la mattina dopo dove Fern realizza di non poter vivere stanziale abbiamo nuovamente i colori freddi e le inquadrature centrali.

Il film non ha una musica di apertura, e il primo atto della storia non ha musica. Una scelta che probabilmente aiuta a dare un primo impatto con la vita nomade senza un commento, e dato che la musica serve anche a sottolineare i sentimenti del protagonista all’inizio della storia conosciamo Fern da fuori, e solo dopo ci avventuriamo nel commento dei suoi stati d’animo.

Nomadland è certamente un film da oscar: molto particolare e per certi versi unico. Una fotografia realistica della vita dei nomadi americani.

Il successo di Euro Truck Simulator 2

Un paio di settimane fa è uscito lo scenario di spagna e portogallo per Euro Truck Simulator 2 e come altre volte questo dlc è arrivato in cima alle clasifiche giornaliere di Steam.

Certo, ci sono ragioni puramente tattiche per aver scalato la classifica: non è stato rilasciato in un giovedì particolarmente affollato, e non era attivo il preacquisto.

Oltre a questo SCS Software abbina al rilascio delle espansioni un evento su World Of Truck. World of Truck è un sistema di generazione di lavori che possono essere giocati dai giocatori nella classica modalità single player del gioco, ma che una volta completati contribuiscono a popolare un profilo pubblico del giocatore. Questo sistema viene usato per creare degli eventi speciali, tipo la consegna dei regali di natale, che hanno sia degli obiettivi personali che collettivi. Nel caso dell’espansione Iberia l’obiettivo era visitare 20 città di questa nuova mappa.

Completando questo evento si ottengono alcuni contenuti esclusivi, solitamente una livrea e alcune decorazioni per gli interni del camion. Questo tipo di bonus potrebbe essere il classico premio per il pre order, ma SCS abbinandoli a questi eventi riesce a portare tanti giocatori contemporaneamente sia ad acquistare immediatamente le espansioni, sia a giocarle e naturalmente parlarne sui social.

E sono i social un altro punto forte di SCS: la gestione della comunità – che loro chiamano #bestcommunityever – è molto positiva, divertente, partecipata e leggera. Probabilmente è l’azienda nell’ambito dei videogiochi che raccoglie meno critiche sui social.

Questo è dovuto ai contenuti di qualità portati avanti per più di 8 anni di sviluppo su un gioco che era già completo otto anni fa (ovvero non era in early access) e che in questi 8 anni si è trasformato sfruttando il nuovo hardware e affinando sempre di più la simulazione, pur mantenendo un grado di accessibilità e di difficoltà scalabile che permette anche ai giocatori più “casual” di divertirsi.

Oltre a questo naturalmente c’è una politica ben precisa su come monetizzare: i nuovi camion son sempre inclusi negli aggiornamenti gratuiti, ma possono esserci dei dlc per le personalizzazioni. Altri dlc sono le livree e alcuni carichi speciali, e naturalmente il grosso son le mappe attualmente prezzate 18 euro a prezzo pieno, e per le quali ci si può aspettare uno o due ampliamenti all’anno.

L’altro punto forte è la comunità di modder che crea contenuti gratuiti per questo gioco, in particolare ProMod con un enorme mod che dettaglia ed estende il già dettagliatissimo scenario.

Se a questo aggiungiamo una buona politica di sconti durante gli eventi, e il gioco base distribuito anche attraverso molti bundle per pochi euro possiamo capire come un simile titolo che normalmente sarebbe di dominio degli impallinati delle simulazioni è diventato un successo con più di 300.000 recensioni positive (97%) che è arrivato ad avere più di 60.000 giocatori contemporanei, e ha certamente venduto diversi milioni di copie.