Deep Space 9 Sesta Stagione

La quinta stagione si era conclusa con l’abbandono della stazione da parte della federazione. La riconquista della stazione occuperà i primi 8 episodi tutti incentrati su vicende di guerra e sotterfugio dai vari punti di vista dei personaggi.

Una volta riconquistata la stazione si ha un immediato cambio di tono con l’episodio del matrimonio tra Kira e Worf: un classico episodio sulla cultura Klingon, in particolare sulla parte femminile che non era stata particolarmente esplorata fino ad ora.

Abbiamo quindi un ennesimo episodio dello specchio, e subito dopo l’inizio di una nuova storyline con alcuni pazienti geneticamente potenziati, ma che a differenza del Dr. Bashir hanno vissuto tutta la loro esistenza in una sorta di manicomio. Questo episodio esplorerà il potenziale inespresso dei potenziati che sono in grado di calcolare il futuro in un modo ispirato a quello della Fondazione di Asimov.

Abbiamo quindi un divertente episodio dei ferenghi, dove li vedremo impegnati in una missione disperata di salvataggio in una improbabile veste di eroi di azione. Naturalmente il tutto si risolverà alla maniera dei ferenghi.

Un altro episodio particolarmente divertente è quello dedicato a Morn: il silenzioso alieno sempre seduto al bancone del bar di Quark. Questo personaggio che per ora era una sorta di complemento d’arredo si scopre essere al centro di una grossa avventura, e in particolare gli altri personaggi lo descrivono come un chiacchierone, anche se nella serie non l’abbiamo mai sentito parlare.

“Far Beyond The Stars” ci porta in una visione di Sisko dove vede se stesso come uno scrittore di fantascienza su una rivista pulp che immagina le avventure di Deep Space 9. Attorno a lui ogni personaggio interpreta un ruolo nella sua vita nell’America degli anni 50. Anche questa è una divertente digressione dalle storie classiche della serie.

Due episodi quelli dedicati a O’Brian. In uno lo vedremo infiltrarsi nel crimine organizzato di Orione, e in un altro sua figlia verrà coinvolta in una anomalia temporale che la farà vivere per molti anni da sola su un pianeta ostile.

Tornando agli episodi di guerra abbiamo un episodio in cui una navetta viene rimpicciolita da una anomalia ed entra nella Defiant che nel frattempo era stata abbordata dai nemici. Certamente tra gli episodi più strani della serie.

Un altro episodio militare è Valiant, che ci mostra un equipaggio di cadetti della Red Squad che dopo la morte degli ufficiali decide di operare autonomamente dietro le linee nemiche.

Tra gli episodi culminanti della stagione abbiamo quello che inizia la storyline della “Section 31” una misteriosa agenzia segreta che si muove all’interno e al di sopra della Federazione. Il Dr. Bashir sarà coinvolto in questi intrighi simili alle sue fantasie di James Bond.

Un altro episodio importante per la trama principale è In the Pale Moonlight che ci mostra i dilemmi morali di Sisko quando ha a che fare con una serie di complotti per provocare l’ingresso nella guerra dei Romulani a fianco della Federazione.

In questa stagione viene introdotto un nuovo personaggio ricorrente: Vic Fontaine. Si tratta di un personaggio olografico autocosciente (simile al dottore olografico di Voyager) che interpreta un cantante swing di Las Vegas negli anni 60. In questa stagione aiuterà Odo ad esprimere i suoi sentimenti verso Kira.

Anche questa serie si concluderà drammaticamente quando antiche profezie e arriveranno a compiersi mostrando quella che potrà essere una guerra tra i profeti e le divinità malvagie loro antagoniste.

Squid Game: Recensione

Arrivo tardi con questa recensione di quello che è diventata la serie di successo di questa stagione invernale.

In realtà avevo visto Squid Game per caso, prima che partisse l’hype.

Netflix mi ha proposto il trailer in homepage, l’ho guardato e mi ha subito convinto a guardare il primo episodio. Da li non mi sono staccato per tutta la notte, e ho visto l’intera stagione in due giorni di “binge”.

Se ci fosse ancora qualcuno che non lo sapesse Squid Game è una serie Coreana simile a Battle Royale o a Hunger Games. La variazione è che le prove letali sono tutti giochi da bambini come Un due tre stella, o tiro alla fune.

La fotografia è estremamente colorata: colori saturi, rosa, rosso, viola, verde. Forme e disegni da bambini: il tutto da un effetto di Takeshi’s Castle (Mai dire banzai per quelli della mia generazione) con pena di morte.

I protagonisti di questa serie sono dei volontari reclutati per via dei loro debiti e del loro amore per il gioco e le scommesse da una misteriosa organizzazione che li porta su un isola dove si tengono questi giochi letali.

Come spesso accade il gioco mortale è un pretesto per esplorare la natura umana e i vari caratteri dei personaggi. Le regole permettono di interrompere il gioco tra una prova e l’altra, e tutti dopo il primo gioco sono consapevoli che solo uno arriverà vivo alla fine.

Questa esplorazione dei personaggi messi di fronte all’ignoto è il punto di forza della serie. I giocatori non sanno mai cosa li aspetta, e devono in molte occasioni fare una scelta a scatola chiusa, ovvero senza sapere le regole del gioco, non sapendo ne se quello che si sta scegliendo sarà un compagno di squadra o un avversario, o se sia meglio andare per primi o per ultimi.

Al di fuori dei giochi i giocatori possono comunque uccidersi a vicenda e questo crea un secondo livello di conflitto altrettanto interessante.

I colpi di scena durante tutta la serie sono ampiamente annunciati e mettono lo spettatore in una sorta di sicurezza. C’è un solo colpo di scena finale che non viene annunciato allo stesso modo, ma è più sufficientemente giustificato nella storia.

La serie ha qualche pecca, in particolare una trama secondaria che – pur mostrandoci il dietro le quinte del gioco – non va alla fine da nessuna parte.

Benché la storia sia perfettamente autoconclusiva come prevedibile il finale lascia spazio ad una seconda stagione che è immaginabile ci sarà.

Squid Game al momento non ha un doppiaggio in italiano. Il doppiaggio in inglese è fatto bene e personalmente ho optato per questa versione al posto dell’originale Coreano con sottotitoli, ma nel caso doveste usare i sottotitoli allora consiglio quelli in italiano con l’audio originale in inglese.

Essendo debiti e premi in denaro un grosso punto della trama naturalmente ci troviamo a fare i conti con il Won coreano. Dato che lo cercherete certamente guardando la serie lo scrivo direttamente: un euro vale circa 1400 Won, quindi se siete abbastanza anziani da ricordarvele potete pensare ai Won come alle vecchie Lire.

In conclusione: Squid Game è un successo inaspettato e meritato. Particolare come ormai si debba andare fino in Corea per trovare un prodotto originale che possa appassionarci, ma questo è un discorso per un’altra volta.