Il 17 Febbraio 1992 con l’arresto di Mario Chiesa cominciava la stagione politica conosciuta come Mani Pulite.
Il tutto era iniziato come una serie di inchieste volte allo smascherare gli episodi di corruzione a Milano, ribattezzata Tangentopoli, che molto rapidamente hanno cominciato ad interessare anche le altre città del nord italia, fino ad arrivare a Roma e ai massimi livelli della politica nazionale.
Mani Pulite ebbe un impatto incredibile sull’opinione pubblica: il sistema della corruzione dilagante non era probabilmente un mistero per nessuno, ma vedere per la prima volta la giustizia fare il suo corso, e anche l’avere dei personaggi da ergere al ruolo di eroi – in particolare Di Pietro – fu per la popolazione italiana, e in particolare per la classe media un atto di liberazione.
Mani Pulite avvenne in un momento critico per il mondo, ovvero il collasso dell’Unione Sovietica (Dicembre 1991), la fine della contrapposizione ideologica della guerra fredda e l’avvento della politica post ideologica: nelle elezioni del successivo Aprile infatti i partiti tradizionali persero parecchio consenso mentre la Lega Nord ebbe il suo primo successo.
Il culmine di Mani Pulite fu la fuga di Craxi cominciata simbolicamente il 30 Aprile 1993 dall’Hotel Rapahel.
Mani Pulite fu per l’italia una sorta di rivoluzione nonviolenta: segnò la fine della prima repubblica e generò la nascita di Forza Italia. A parte questo fu un momento di speranza in qualcosa di nuovo e migliore, ma fu probabilmente il prendersela solo con la corruzione dei potenti senza contemporaneamente cedere neppure un passo sulle piccole corruzioni personali diffuse nel popolo italiano il motivo per cui Mani Pulite non ha segnato un vero e proprio cambio di rotta nel modo di intendere la legalità e la giustizia in italia.