Oggi 50 anni fa veniva lanciato verso la Luna l’Apollo 13.
L’Apollo 13 è stata probabilmente la missione spaziale più drammatica tra quelle non finite in tragedia. Un volo che alla vista del pubblico poteva sembrare quasi di routine ha dimostrato in tutti i modi quanto l’esplorazione spaziale non fosse assolutamente qualcosa di banale o semplice, ma fosse una una scommessa sul filo del rasoio.
La storia dell’Apollo 13 è raccontata magistralmente nel film omonimo del 1994, dove Tom Hanks, Kavin Beacon, e Bill Paxton hanno interpretato gli astronauti Lovell, Swigert, e Haise.
Sono molto legato a questo film, non solo per la sua bellezza e per il fatto di essere un ottimo film “dietro le quinte” che mostra la storia di un gruppo di persone al lavoro, ma anche perché è stato il primo film che ho visto al cinema non accompagnato dai miei genitori.
Tredici anni: allora prendere un pulman e spostarsi dal mio paesino di provincia per andare a Monza – che sembrava una metropoli al confronto – per vedere un film al Teodolinda sembrava già una avventura al pari di quelle che avremo visto sullo schermo. E certamente quel primo film e quei primi assaggi di libertà ed indipendenza sono destinati ad imprimersi nella memoria personale.
Ed oggi, in piena quarantena per il Covid19 quella semplice libertà di andare al cinema e vedere un buon film assume un significato ancora più forte.