I Giochi Paralimpici di Rio

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Ieri notte, con una emozionante cerimonia di apertura, sono iniziati a Rio i quindicesimi giochi paralimpici.

In queste competizioni per due settimane si sfideranno atleti raggruppati per tipo di disabilità. I giochi paralimpici si disputano dal lontano 1960: in realtà è dal 1948 che esistono competizioni internazionali per paraplegici, ma solo con le olimpiadi di Roma si è pensato di abbinarli ai giochi Olimpici.

Inizialmente nati come evento sportivo per i veterani mutilati nella seconda guerra mondiale, i giochi paralimpici hanno assunto un significato diverso aprendosi anche a diversi tipi di disabilità. Penso siano state però le olimpiadi di Londra la prima vera occasione in cui questi giochi hanno avuto un successo mediatico, grazie al successo di pubblico, alla copertura della BBC, e probabilmente anche ai social media.

L’importanza dei giochi paralimpici è quella di metterci di fronte alla diversità che riempie la nostra società scardinando l’abituale idea di compassione mista ad emarginazione, ma celebrando e riconoscendo come parimente degni questi atleti portabandiera dei propri paesi.

In una società funzionante infatti chiunque deve essere messo in condizione di poter esprimere il proprio potenziale, e questi atleti sono in campo per ricordarci di non sottovalutare mai il potenziale dei disabili. Certamente potranno non essere in tutti i casi autosufficienti, ma chi di noi è autosufficiente al di fuori della società? La tecnologia sta rendendo possibile l’impossibile aumentando giorno dopo giorno il potenziale umano, e questo vantaggio deve essere a favore di tutta la società, e non solo della piccola totalmente perfetta.

Questi giochi ci ricordano ancora meglio come il potenziale umano per quanto frutto dell’impegno personale possa essere espresso solo se non ci si mette i bastoni tra le ruote, e solo se ci si tratta da pari con pari dignità.

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