Il Diritto di Contare è la vera storia di 3 impiegate di colore alla NASA durante le missioni Mercury. Questo film offre il punto di vista delle donne di colore durante gli ultimi anni della segregazione razziale negli Stati Uniti. Le vicende personali è il razzismo presente anche in posti “progressisti” come la NASA si mischiano al duro lavoro che porterà John Glen ad essere il primo americano in orbita.
Il film seppur tratto da storie vere non è una cronaca fedele per il semplice fatto che raccontare i complessi mesi di lavoro che precedettero le missioni Mercury non funziona dal punto di vista della trama. Per questa ragione molti dei personaggi bianchi che lavorano alla NASA sono in realtà inventati, sia perché in determinati momenti dovranno avere un ruolo razzista sia perché dovranno ricoprire più posizioni diverse che nel reale programma Mercury son state ricoperte da più persone. Un’altra scena “inventata” è quella del controllo missione all’interno dell’istituto di ricerca di Langley: in realtà il controllo missione delle Mercury era a Cape Canaveral. Le licenze poetiche prese da questo film naturalmente non vanno a sminuire il valore storico di queste persone, e la supervisione della NASA nella produzione permette di andare a ricostruire e giustificare queste scelte stilistiche.
Il Diritto di Contare è un buon film, tra i rari film femminili di questa stagione, e a mio parere anche una ottima storia del programma spaziale da vedere tra Cielo d’ottobre e Apollo 13.