Il Marketing del Senza

Senza olio di palma, senza grassi, senza glutine. Una delle trovate più geniali del marketing è il riuscire a vendere l’assenza di qualche cosa.

Solitamente il marketing del “senza” è legato a qualche campagna allarmistica il più delle volte riguardante la salute: uno dei primi esempi che mi viene in mente è il senza grassi “con il x% di grassi in meno” (rispetto a cosa?) nata quando i grassi erano diventati il nemico pubblico numero uno perché legati alle malattie cardiovascolari: poi l’opinione sui grassi è cambiata, e ci si è concentrati sugli zuccheri.

Quando un prodotto non ha grassi allora cosa ha al posto dei grassi? Solitamente in un prodotto industriale quando si tolgono i grassi si aggiungono dei carboidrati, in particolare lo zucchero che rende palatabile anche il cartone. Naturalmente però la pubblicità non ci dice con più carboidrati ma, con meno grassi.

Discorso simile vale anche per l’olio di palma: senza olio di palma ok, ma quale grasso è stato usato al posto dell’olio di palma? Burro non se ne parla, quindi probabilmente andiamo su qualche derivato della colza, del girasole, o della soia.

E poi abbiamo la terza categoria, quello che non c’è perché non dovrebbe esserci, ovvero come lo scrivere “senza glutine” su una bistecca: non esistono bistecche con il glutine, se non quelle impanate.

Quindi, se la pubblicità ti dice che un prodotto è senza qualcosa, chiediti sempre il perché.

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