Karaoke: Perché non Torniamo alla Chitarra Attorno al Fuoco?

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Karaoke: in Giappone esiste dai primi anni ’70 ed è esploso negli anni ’80. In italia è arrivato insieme a Fiorello nel ’92, e da allora ha continuato ad imperversare nelle feste in casa, nei bar, e nelle sagre di paese.

Quando avevo vent’anni però, nonostante la diffusione del karaoke, solitamente mi trovavo a cantare attorno al fuoco con gli amici: c’era quello con la chitarra, c’era il canzoniere con le gli ultimi successi pop, i classici degli anni 60, e le canzoni della chiesa, e ci si divertiva con poco.

Non ho mai capito perché la gente preferisce il karaoke, dove solitamente è solo una persona che canta mentre gli altri ascoltano, alle canzoni attorno al fuoco dove chi non sta limonando canta insieme agli altri.

Anche quest’anno come tutti gli anni il karaoke mi perseguita: per qualche imperscrutabile ragione culturale è il Giovedì notte la serata che un po’ ovunque viene dedicata al karaoke. Poco importa se mi trovo a casa, o in villeggiatura: posso stare certo che il giovedì fino a tarda notte ci saranno canzoncine sintetiche con sopra voci stonate ad un volume così alto da essere udibile in tutto il paese.

In questi anni vanno di moda un sacco di cose retrò e vintage: perché allora non sostituiamo il karaoke – un residuato bellico degli anni ’90 che i giapponesi hanno imposto all’occidente come vendetta per le bombe atomiche – con la più romantica chitarra attorno al fuoco?

Son sicuro che cantare attorno al fuoco sia molto più divertente, e che si cucchi certamente di più.

Ma soprattutto si evita di scassare l’anima al mondo!

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