I palloni di osservazione non sono stati impiegati per la prima volta nella grande guerra: già Napoleone utilizzava le mongolfiere durante la campagna d’Egitto, ed erano già di uso comune durante la guerra di secessione.
Nella prima guerra mondiale però i palloni di osservazione avevano un ruolo centrale: dopo i primi mesi di normale guerra di movimento il fronte est si era attestato su una unica linea di trincee che dalla svizzera arrivava fino alla Manica dove la situazione rimase pressoché statica per tutta la guerra che si consumò in un interminabile attrito.
Uno degli elementi fondamentali in questo schema di azione era l’artiglieria: l’artiglieria del tempo era in grado di sparare ad una distanza maggiore di quella visibile da terra; inoltre i la cavalleria aveva perso la sua funzione di osservatore dato che la gittata dei fucili rendeva praticamente impossibile ai fanti avventurarsi verso le linee nemiche come facevano in precedenza. Per queste ragioni, e anche per il fatto che la linea di fronte non si spostava, entrambi i versanti del confitto facevano un uso estensivo dei palloni di osservazione.
Rispetto agli aerei i palloni di osservazione potevano lavorare agilmente da dietro la linea di fronte e comunicare a terra tramite filo: gli aerei non erano ancora quasi mai dotati di radio, dato che fino a quel momento le radio erano molto ingombranti e soprattutto non permettevano di trasmettere voce, ma solo morse. Oltre a quello i palloni potevano stare in aria più tempo.
I palloni però sono un bersaglio evidente e statico, e per questa ragione da quando gli aerei cominciarono a montare armi, i palloni sono diventati il bersaglio più ambito. Naturalmente i palloni venivano difesi con vari metodi, compresa naturalmente la scorta aerea, diventando quindi ben presto un bersaglio molto difficile da colpire, e i pochi che riuscivano ad abbatterne qualcuno erano considerati assi.
Ed è così che i palloni ebbero un ruolo fondamentale nell’inizio dell’aviazione militare.