Da quando la Russia ha cominciato a partecipare ad Eurovision nel 1994 è stato chiaro praticamente da subito che quell’evento internazionale sarebbe diventato la prosecuzione della diplomazia con altri mezzi.
La Russia infatti dal 1994 ad oggi è ha partecipato in 8 guerre di cui 2 contro altri paesi partecipanti all’Eurovision Song Contest, e se consideriamo anche il 1992 allora alla lista andrebbe aggiunta anche la Moldavia.
L’apice dei problemi diplomatici si riscontra quando uno di questi paesi ospita Eurovision: ad esempio quando la Russia ha ospitato la competizione nel 2009 la Georgia ha ritirato la sua partecipazione in seguito alla polemica generata dalla canzone “We don’t wanna put in“.
Quest’anno il paese ospitante è l’Ucraina che ha correntemente uno stato di guerra non dichiarata con la Russia in seguito all’occupazione della Crimea e all’intervento militare nelle regioni ad est del paese.
Ed è proprio sulla Crimea che ruota questa disputa: il governo Ucraino vieta espressamente l’ingresso a qualunque persona sia stata in Crimea sotto la giurisdizione Russa senza un visto Ucraino, e in questa particolare circostanza rientrano la maggior parte dei cantanti russi e in particolare Yulia Samoylova che è stata selezionata per rappresentare il paese nella competizione.
Questo braccio di ferro tra governo Ucraino e televisione Russa e EBU potrebbe risolversi in vari modi: la Russia potrebbe accettare un compromesso e competere via satellite, ma penso sia irrealistico che i Russi si abbassino a questa opzione; la Russia potrebbe ritirarsi, e probabilmente sarebbe seguita da altre nazioni in protesta. Oppure l’Ucraina potrebbe cedere, e questa sarebbe la volontà dell’EBU che ha pieno interesse a separare la geopolitica da una manifestazione musicale volta a promuovere l’integrazione tra i popoli.
Sarà veramente interessante vedere come andrà a finire questa trasmissione apolitica densa di contenuti politici.