In vista della prova costume ci si mette tutti a dieta, poi si passano le vacanze a gozzovigliare e a settembre rieccoci a pensare alla palestra e alla dieta.
La dieta – nel modo in cui viene intesa oggi – è una modifica temporanea delle proprie abitudini alimentari volta a perdere peso. In questa definizione si trova la ragione per cui le diete non funzionano, o meglio, funzionano solo per breve tempo fino a quando non si recupera peso.
Se si sta guadagnando rapidamente peso è sintomo che c’è qualcosa che non va, e se si decide di affrontare questo problema in modo intelligente allora bisogna riconoscere che occorre una qualche forma di cambiamento a lungo termine: invece è molto più facile optare per un cambiamento radicale a breve termine, ovvero un non cambiamento.
Il cambiamento ci spaventa molto più della dieta: ognuno di noi in questo momento ha trovato una sorta di equilibro, può essere un equilibrio statico o dinamico, ma è un modo in cui si sente sufficientemente confortevole in ogni singolo giorno che passa. Dico che ognuno è in equilibrio perché chi non è in equilibrio sta già muovendosi verso radicali cambiamenti alla ricerca di un nuovo equilibrio.
Questo equilibrio non è solo la nostra zona sicura e confortevole, ma è anche la nostra identità. Non è vero che nel corso della vita le persone rimangono sempre uguali: l’io bambino era molto diverso dall’io studente, e l’io attuale è molto diverso dall’io di 10 anni fa. La nostra identità varia lentamente o bruscamente insieme al nostro equilibrio.
Ognuno di noi però tiene molto alla propria identità, e sente il bisogno istintivo di essere coerente verso la propria identità: la coerenza è infatti uno dei requisiti per la vita sociale, che prevede il non dover rivalutare costantemente le persone che si anno attorno. La coerenza è istintiva perché l’umano è un animale sociale.
Ed è questa la ragione di fondo per cui ci spaventa cambiare una cattiva abitudine, anche quando riconosciamo che è una cattiva abitudine: questa è la ragione per cui preferiamo soluzioni veloci e temporanee, a cambiamenti graduali ma di lungo respiro.
Questo vale per le persone, ma vale anche per i gruppi di persone: anche una azienda preferisce fare una “dieta” piuttosto che intraprendere un cammino di rinnovamento profondo. Anche le aziende come le persone hanno paura di cambiare, sono convinte che ci sia una virtù nell’equilibrio anche quando questo equilibrio non è altro che un lento declino.
Per questa ragione le aziende spendono un sacco di soldi in consulenti cercando la soluzione rapida e semplice ai problemi superficiali che riscontrano, ma non vanno mai a lavorare sulle cause di questi problemi intraprendendo il cambiamento profondo che questi consulenti suggeriscono.
Siamo governati dalla paura di cambiare e abbiamo paura di cambiare anche i nostri difetti, perché teniamo troppo alla nostra attuale identità per barattarla con una migliore identità per domani.
Non fare la dieta. Cambia la dieta.