Empire of Sin

Già dagli indizi, in particolare dalla musica avevo intuito si potesse trattare di un gioco di mafia.

Sapevo che il nuovo gioco di Paradox e Romero sarebbe stato annunciato durante l’E3, ma non avevo intuito che sarebbe stato annunciato durante la conferenza Nintendo

Empire of Sin, del quale per ora abbiamo poco più del trailer qua sopra, appare come un tattico / strategico ambientato nella Chicago degli anni ’20

Vedendo il trailer ho subito pensato ad Omerta – City of Gangsters e son contento che uscirà un altro gioco di questo filone stranamente poco considerato.

Avremo tempo per conoscere questo gioco dato che è annunciato con una uscita nella primavera del 2020

E3 e la nuova moda del gioco in Streaming

Qualche mese fa Google ha annunciato Stadia, il proprio progetto di gioco in streaming senza console.

In questi giorni alle E3 sia Microsoft che Bethesda hanno annunciato servizi simili e concorrenti: Orion per Bethesda e xCloud per Microsoft.

I videogiochi in streaming potrebbero essere il prossimo passo per il mondo dei videogiochi specialmente su console: i produttori di console sarebbero solo felici di poter vendere i videogiochi come servizio e avere una spesa di abbonamento mensile al posto di un guadagno al momento della vendita della console, più una percentuale sui giochi venduti, e una ulteriore percentuale su quanto venduto attraverso lo store proprietario.

Inoltre questo potrebbe voler dire smettere di sviluppare hardware per la casa (in particolare con la soluzione di Google) per concentrarsi solo sullo sviluppo dei server.

Infine questo sarebbe il sogno di chiunque vede i giochi come un servizio, togliendo del tutto il concetto di proprietà. E su questo Microsoft ha fatto un ulteriore passo aprendo xbox game pass al mondo del PC.

Io però sono scettico sul successo di questo tipo di operazioni ed ecco perché

  1. simili esperimenti son falliti in passato, in particolare OnLive (che è stata acquisita e chiusa da Sony) dimostra come la tecnologia in teoria possa anche esserci, ma se una azienda che si è mossa per prima in questo mercato è stata chiusa nel 2015 è molto difficile pensare che negli ultimi 3 anni si siano create le condizioni di mercato per portare questo prodotto alle masse.
  2. La qualità del servizio dipende strettamente dalla connessioni, e di fatti alcuni provider ancora attivi danno insieme a questo tipo di servizio anche la connessione internet. Questa potrebbe essere la strada di Google, ma se Microsoft, Sony, o Bethesda volessero intraprendere una strada simile questo vorrebbe dire mettersi d’accordo con le telco e fornire il servizio impacchettato nelle offerte (come in qualche caso sta facendo Netflix)
  3. Nonostante tutto non c’è ancora una sufficiente copertura della banda larga. Io stesso son passato dall’ADSL ad una versione sottopotenziata della fibra ottica negli scorsi mesi

Staremo a vedere se questi giochi in streaming si riveleranno solo una moda – come negli scorsi 3 anni è stata la realtà virtuale – o se saranno una rivoluzione del modo di giocare.

Una cosa è certa fin da ora: se funzioneranno si creerà una spaccatura ancora più forte tra quelli che hanno una connessione veloce e quelli che non la hanno.

Game of Thrones 8×3: Nemici interni ed esterni

Riprendo l’analisi di Game of Thrones perché ritengo che l’ultima stagione, per quanto disastrosa, sia possa dare ottimi spunti di riflessione. Saltiamo i primi 2 episodi che sono una sorta di preparazione per la battaglia di Winterfell. Da qui in avanti spoiler per il terzo episodio della ottava stagione.

Non voglio soffermarmi su come la fotografia dell’episodio sia estremamente buia, ne su come la battaglia sia tatticamente ridicola, neppure su come l’azione sia estremamente confusionaria, o ache su quanto sia assurdo nascondersi in una cripta quando si affrontano dei non morti.

Il problema più grosso della battaglia contro i non morti è che siamo solo al terzo episodio e abbiamo una battaglia risolutiva.

La serie di GoT si apre mostrandoci i non morti: la grande minaccia, il “winter is coming”, l’apocalisse.

I non morti oltre la barriera sono il più classico dei nemici esterni: il tipo di nemico che può essere affrontato solo superando le differenze e facendo fronte comune.

Game of Thrones ci ha mostrato per 8 stagione i nemici interni: i conflitti interni per il potere che erano resi ulteriormente drammatici dall’incombente disastro che sarebbe arrivato con l’imminente inverno.

Naturalmente i nemici interni son molto più interessante del nemico esterno che sostanzialmente si limita a marciare per 8 stagioni, ma il ruolo del nemico esterno è quello di far vedere che i singoli e gli egoismi portano alla sconfitta.

Possiamo vedere esempi di conflitti interni ed esterni nella storia e nella contemporaneità: i conflitti interni al parlamento Britannico che non hanno permesso di andare con una voce forte e comune a trattare con l’europa; il conflitto politico interno all’Europa che non permette di parlare con una voce sola con Russia, Cina, o Stati Uniti; il conflitto tra liberali e socialisti che ha sempre favorito l’ascesa delle dittature, e via discorrendo

Il problema del terzo episodio è che ci mostra un nemico imbattibile che viene battuto da una parte e questo narrativamente fa crollare 8 stagioni che ci hanno mostrato come stesse arrivando qualcosa di imbattibile e indistruttibile.

L’unico finale soddisfacente per il nemico esterno è vederlo vincere nel terzo episodio costringendo i nostri eroi a ripiegare per tutto il continente, e costringendo la Regina a muovere le proprie truppe per difendere in una disperata alleanza quello che rimane dei suoi regni.

A questo aggiungiamo che il super mostro finale viene ucciso da Teenage Mutant Ninja Arya che salta fuori dal nulla che neppure nel peggiore degli incontri andati in vacca nella WWE…

Ludum Dare 44: i risultati

A questo giro non è andata particolarmente bene: molti risultati sotto il 3/5 e un paio sotto il 2.5/5

In questo grafico si può vedere come il gioco sia tra i peggiori che ho presentato

Il tema non mi ha convinto fin dall’inizio, e avrei effettivamente potuto aggiungere un paio di feedback per rendere più comprensibile il gioco.

Ma di questo parlerò nel postmortem

Game of Thrones: Beyond the Wall e il Teletrasporto

Come abbiamo visto Game of Thrones è passato con la settima stagione ad essere una storia lineare e questo ha comportato una serie di problemi nella narrativa.

Uno dei problemi è il cercare di far quadrare questa storia nello spazio, ovvero avere una base coerente nella ambientazione.

La storia oramai è divisa tra King’s Landing e Dragonstone al sud e i territori oltre la Barriera a nord.

Quasi tutti i libri fantasy hanno nelle pagine iniziali una mappa dell’ambientazione e i libri di Martin non fanno eccezione. L’idea nello show è ulteriormente rafforzata dalla (lunghissima) sigla che ci mostra episodio per episodio dove si stanno svolgendo le vicende narrate.

La geografia è un elemento fondamentale del world building, e se l’autore riesce a restare ancorato a quello che ha inventato allora il lettore/spettatore (o giocatore, nel caso dei videogiochi) troverò più facile immergersi in un mondo fantastico.

Il fatto che ci siano draghi e magie da all’autore una serie di libertà, ma queste libertà devono essere espressamente definite dallo scrittore, pena la rottura della sospensione di incredulità.

Tutti quando fruiamo di una storia fantastica non abbiamo problemi ad accettare che ci siano magie o draghi, ma questi devono agire sempre coerentemente con la storia. Non ci si lamenta del fato che la storia non è verosimile perché c’è un drago, ma perché questo drago si comporta al di fuori delle regole esplicite (o implicite) della storia.

Prendiamo l’esempio del drago: il drago vola e sputa fuoco, son regole esplicite definite dalla storia. Implicitamente siamo portati a pensare che il drago non sia in grado di teletrasportarsi da un punto all’altro del continente, e che quindi per quanto si muova veloce impieghi una quantità di tempo per andare da un punto all’altro della mappa.

Ora, la mappa di Westeros – per regola dell’autore – va letta come una mappa medievale, e quindi non dobbiamo trarre delle distanze precise. Però possiamo comunque farci un’idea di cosa sia possibile e cosa no.

In Beyond the Wall i nostri eroi rimangono incastrati su un isolotto appunto “oltre il muro” in quella che sembra essere una situazione precaria, senza cibo e circondati dagli zombie al bordo del lago. Una staffetta di corsa parte per Castle Black, e da li manda un Corvo fino a Dragonstone.

Da Dragonstone Daenerys parte con un drago e salva i nostri eroi.

Ora, senza misurazioni precise e solo per ordini di grandezza

  • Da dove sono i nostri eroi a castle black ci sono 30 km
  • Da Castle black a Dragonstone ci sono 3.000 km
  • E da Dragonstone ai nostri eroi ci sono altri 3.000 km

Facciamo anche che il corvo vada a 80 km/h e il drago a 100

Diciamo che il minimo per fare tutto questo giro – dando per scontato che Daenerys sappia telepaticamente la posizione di Jon – è 3 giorni.

Ora, il tutto viene risolto con un salto temporale. Son passate ore? Giorni? Mesi? Non è dato saperlo.

Gli autori si son limitati a far arrivare i draghi e salvare i nostri eroi “per il rotto della cuffia” come nei migliori cliche.

Il che probabilmente fa anche per una buona scena televisiva, ma stride enormemente con le altre stagioni dell’opera dove i viaggi erano lenti e guadagnati dando peso a quello che accadeva.

Jon Snow ha praticamente passato una stagione per viaggiare pochi km a nord del muro, e son proprio questi viaggi guadagnati che rendono la storia unica e divertente.

Il mio consiglio è quando si crea un mondo di gioco restare il più possibile coerenti con questo, e se la storia dice che gli eroi debbono stare bloccati 3 giorni in attesa dei draghi, allora questa va riscritta in modo che sia plausibile ed esplicito che gli eroi hanno atteso tanto, ed è proprio nel mostrare la risoluzione di questa avversità che la storia acquista uno spessore “organico” e il mondo diventa reale.

Altrimenti ci si limita appunto ai più scontati cliche…