Recensione di Cook Serve Forever

Conosciamo la serie Cook Serve Delicious per tre eccezionali giochi che mescolano velocità di digitazione, memoria, e time management ad alcuni aspetti manageriali semplici. Cook Serve Forever però non è Cook Serve Delicious 4.

Questo gioco prende una strada radicalmente differente a tal punto da poter essere considerabile come uno spin off ambientato nello stesso mondo di gioco, nel quale comunque il nostro lavoro sarà cucinare piatti in un modo nuovo.

Partiamo dall’elefante nella stanza: il nuovo sistema di cucina. Non è più necessario memorizzare decine di ricette e scrivere rapidamente e correttamente. Ogni ricetta è divisa in passaggi, ogni passaggio corrisponde ad una sequenza di tasti da premere. Ad esempio ci può essere chiesto di premere il tasto A due volte il tasto X per mezzo secondo, quindi un tasto qualunque, e quindi nuovamente lo stesso tasto. 

Come può trasparire dalla descrizione questo gioco è ottimizzato per il controller rispetto alla tastiera. Il gioco è giocabile anche con tastiera naturalmente, ma personalmente ho sempre usato il controller. Vediamo il resto del loop di gioco: il gioco è diviso in giornate di lavoro, all’inizio di ciascuna giornata scegliamo liberamente 6 piatti da includere nel menù; ogni giornata è divisa in tre round, all’inizio di ogni round possiamo scegliere una difficoltà ulteriore da applicare: tra le difficoltà abbiamo combinazioni più complesse, tasti nascosti, tasti negati (ovvero dovremo fare il contrario di quanto istruito), e riduzioni del timer di gioco. 

Esatto il gioco ruota attorno ad un singolo timer di soddisfazione generale dei clienti, guadagnamo tempo ogni volta che completiamo un passaggio della ricetta, quindi la velocità di esecuzione e la precisione è tutto. Completati i tre round riceviamo dei punti con i quali possiamo sbloccare livelli successivi nelle location. Ogni location ha 20 livelli e al momento ci sono 11 location nella prima area, e sono previste in tutto 5 aree che verranno sbloccate durante l’early access. Guadagnando livelli si prosegue con la storia e si sbloccano mano a mano le location. La storia è raccontata tramite cutscene non interattive, anzi, cutscene dove in realtà continuiamo a cucinare ma in modo più rilassato e senza il timer. 

Seguiamo la storia di Nori Kaga, aspirante chef che si trasferisce con la sua coinquilina Brie nella grande città di Helianthus, una sorta di città “solarpunk” futuristica ed ecologista abitata da una vasta schiera di hipster e dal modello di vita della protagonista, la chef Rhubarb. La storia è piacevole e “strana”. Come avevamo visto nel post apocalittico Cook Serve Delicious 3 la storia non si ferma alla cucina ma va a toccare altri temi, dei quali non discuto ulteriormente per non rovinare la sorpresa. Per il comparto artistico la grafica riprende gran parte dello stile da Cook Serve Delicious 3. 

Un buon comparto anche per le voci con Emme Montgomery che ha interpretato Whisk nel titolo precedente e torna come voce di Chef Rhubarb, accompagnata da più di una decina di attori e attrici. Parlando di voci il titolo è al momento è solo in lingua inglese, e il video introduttivo non è sottotitolato. Alle musiche Jonathan Geer ci porta un’altra serie di pezzi gradevoli e adatti come sottofondo a questo frenetico gioco.

In conclusione Cook Serve Forever all’attuale stato dell’early access è un gioco molto ben fatto dal punto di vista qualitativo, e senza particolari bug. Ha però un gameplay loop molto limitato. La scelta dei diversi piatti è praticamente ininfluente: vero che ogni ricetta ha i suoi passaggi e che dopo un po’ di tempo di gioco si cominciano a notare le ripetizioni, ma non siamo assolutamente al livello dei Cook Serve Delicious dove la memorizzazione delle ricette, e quindi la scelta dei piatti, è particolarmente influente. Allo stesso modo le location di gioco non cambiano per ora nulla: sono solo sfondi diversi dove ripetere lo stesso gameplay loop. 

Ora: il gameplay loop è di per sé divertente, e di fatti non mi sono neppure accorto di averci giocato per 4 ore. Ma è veramente semplice: una sorta di passatempo molto accessibile, ma che certamente non tutti troveranno divertente o appagante. Quindi allo stato attuale dell’early access mi sento di consigliarvi questo gioco se cercate un livello moderato di sfida con un contorno qualitativo molto alto. Ve lo sconsiglio invece se vi aspettate qualcosa di simile ai Cook Serve Delicious.

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