Nella mia rassegna di film Cyberpunk Repo Men è l’unico film uscito dopo Matrix.
Matrix per me è uno spartiacque nel genere: è il culmine del cyberpunk anni ’90 e sicuramente il prodotto più di successo, e tutto quello che è venuto dopo per diversi anni è stato ispirato, o comunque giudicato attraverso il successo di quel film.
Nonostante ciò Repo Men riesce ad essere un qualcosa di sufficientemente diverso.
Ambientato in un futuro prossimo, del quale realmente vediamo solo alcune scene di insieme con luci al neon, maxischermi, e dirigibili pubblicitari repo men ci porta in un mondo dove, ancora una volta, una megacorporazione ha il diritto di vita o di morte sui suoi clienti.
The Union è una azienda che produce organi artificiali. Prodotti molto costosi che vengono venduti con un mutuo sostanzialmente impossibile da pagare. E quando salti una rata cosa succede? Arrivano gli esattori e si riprendono l’organo artificiale, causando la morte del cliente.
Anche se non è spiegato molto bene nel film perché la megacorporazione ci tenga così tanto ad uccidere i propri clienti questo film dipinge una delle scene più crudeli della spregiudicatezza delle megacorporazioni in una ambientazione cyberpunk.
Ambientato in buona parte nella zona “buona” della società vediamo che non è molto importante se sei un uomo d’affari, un padre di famiglia, o un famoso musicista con problemi di droga: se salti una rata il destino è sempre lo stesso.
Naturalmente accanto alla parte di “alta società” anche in questo film abbiamo l’occasione di esplorare i bassifondi: zone al limite della città dove si rifugiano le persone braccate dai Repo Men, e dove allo stesso tempo esiste un fiorente mercato nero per le protesi usate. Mercato nero che al confronto è molto più etico dell’opzione corporativa.
L’unico difetto che trovo in questo film è l’essere almeno un 20 minuti troppo lungo: con quasi 2 ore di durata la storia arranca abbastanza evidentemente nel secondo atto.
Nonostante ciò considero Repo Men un film ampliamente sottovalutato da pubblico e critica, forse solo per l’aver mostrato in modo esplicito sangue e squartamenti in un momento in cui il cinema si era anestetizzato sul PG – 13 dei film d’azione Marvel.