Star Wars Episode III: Revenge of The Sith


Contrariamente a Episodio II avevo un ricordo peggiore di Episodio III, ma rivedendolo l’ho parecchio rivalutato, e soprattutto nell’ottica dei prequel lo considero un buon film.

Rispetto ai primi due capitoli in questo film il registro diventa finalmente più drammatico mentre assistiamo alle fasi finali della trasformazione di Anakin e la distruzione degli Jedi. Jar Jar non dice una parola in tutto il film, e compare solo in una scena; il suo ruolo di spalla comica non è sostituito da nessuno, a parte l’occasionale alleggerimento di C-3PO.

Il Film comincia con una buona battaglia spaziale visivamente molto bella nonostante la CGI sia comunque troppo luminosa e cartoonesca. Palpatine ha molti dialoghi in questo film, ed è uno degli elementi principali che rendono godibile il tutto, insieme all’apice drammatico della scena dell’ordine 66.

Le musiche di Williams sono sempre al posto giusto e al momento giusto sottolineando i singoli personaggi e i singoli avvenimenti.

Cosa tiene questo film lontano dalla grandezza? Le scene d’azione. I duelli con le spade laser – in particolare quello tra Obi Wan e Anakin – soffrono sempre di queste coreografie acrobatiche e implausibili da videogioco, e lo stesso Obi Wan si inventa alcuni gesti da “Kung fu Panda” che sono completamente fuori dal suo personaggio. Oltre alle coreografie delle scene d’azione rimane sempre il problema della recitazione di Christensen e del modo abbastanza ridicolo in cui Anakin passa al lato oscuro per paura di perdere l’amata. Per finire la galleria degli orrori naturalmente abbiamo la scena potenzialmente più drammatica della intera saga mandata in vacca da un “Nooooooo”

Episodio III purtroppo fa ancora più rabbia dei precedenti, che non avevano speranza di salvarsi

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