Fondazione FS fa un ottimo lavoro nel preservare e mantenere il patrimonio storico delle ferrovie italiane, in particolare impegnandosi a tenere un buon parco rotabile operativo per viaggi turistici. Ho avuto occasione di viaggiare su uno di questi treni storici e devo dire che è tanto l’effetto nostalgia nel risalire su queste splendide carrozze nell’allestimento di quando ero bambino, o addirittura in allestimenti precedenti. In particolare è la cura del dettaglio con le vecchie livree nere, o quella del defunto Trans Europ Express, o gli allestimenti impreziositi ad esempio da cartine che riportano i Balcani con la dicitura “Ex Yugoslavia”.
Allo stesso modo però ho avuto l’occasione di viaggiare su un treno di Trenord in servizio ordinario con il vagone altrettanto ben tenuto, e pulito – grazie al buon lavoro della manutenzione – ma anche altrettanto storico. Se l’ho ben identificato si tratta di una “Due piani tipo 1979” che – nonostante quanto dica wikipedia – non è stata sottoposta a revamp con il passaggio a Trenord. Infatti in quella vettura (una semipilota) erano ancora presenti i divanetti in finta pelle e i finestroni non sigillati, ma comunque molto difficili da aprire, e nessuna aria condizionata. Come età quindi, a parte alcune risistemazioni interne marginali e la nuova livrea nel rispetto della corporate identity di Trenitalia, siamo perfettamente in linea con quella “Ex Yugoslavia” dei treni storici.
Perché quindi consideriamo divertente viaggiare “nella storia”, ma allo stesso modo non siamo così felici di capitare su un treno regionale particolarmente vecchio, per quanto in ottimo stato funzionale?
Paradossale come il nostro modo di intendere vecchio e vintage cambi in base alle nostre aspettative, e allo stesso modo lo stesso oggetto può diventare raro e di valore, oppure semplicemente risultate obsoleto.